«Bertrand – scrive Binni nella sua introduzione – scolpisce l’ombra delle parole morte, ne ascolta i suoni lunghi e infranti, abbandona lo sguardo dell’immaginazione ai frammenti che emergono dal buio di un passato sotterraneo, si lascia guidare dall’eco di una traccia, dal bagliore di un cristallo, dal grido raggelato di un impiccato. Archeologo e alchimista, stupito della vita e affascinato dal fragoroso clamore della morte, nella veggenza della poesia ritrova i lacerti di una lingua perduta capace di dire l’esistenza in tutta la sua complessità misteriosa. Si aggira in questo mondo, ma non gli appartiene.»
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