Il 1° settembre 1649, da un porto olandese, un viaggiatore straordinario si imbarca per la Svezia. René Descartes ha accettato l’invito della regina Cristina, che allo stuolo di eruditi di cui si è circondata vuole aggiungere il grande francese. A Stoccolma, che vive uno dei suoi autunni più gelidi e cupi, Descartes incontra amici fidati, molta gente singolare e moltissima malfida. Rintanato in casa in attesa della chiamata della regina, si rende conto che solo la vanità lo ha indotto al durissimo viaggio: la regina sembra aver perso interesse per lui, mentre gli si crea attorno un clima di dicerie e sospetti. Ma in un’alba di ghiaccio Descartes ha il malore che lo conduce a morte. Nella narrazione delle sue ultime ore, fatta a più voci, in un’insostenibile concitazione si affacciano tutte le interpretazioni, anche le più perturbanti.
Le passioni dell’anima racconta tutto questo con un’impercettibile tessitura di testi autentici, interpolazioni e apocrifi, doppiando così nella scrittura una storia in cui il vero e il falso, il detto e il non detto s’intrecciano senza posa.