Basilicata, scopri le 6 tappe da non perdere e i consigli d’autore

di Francesca Barra | 11.05.2015

-Maratea, in provincia di Potenza, è circondata dal Tirreno azzurro e profondo, dagli scogli, ed è protetta dal Cristo che sovrasta la cima del monte San Biagio, con le braccia allargate, alto 22 metri e seconda statua al mondo per grandezza, dopo la Statua del Corcovado a Rio de Janeiro (di 38 metri circa). Da non perdere il suo porticciolo, la piazza del centro, Piazza Buraglia, colorata e viva, con esposizioni di opere d’arte, serate con incontri letterari, musicali e teatrali.

-Policoro: la mia adorata città, affacciata sullo Jonio, dove sono nata e cresciuta per diciotto anni prima di spiccare il volo per lidi ben più lontani. Policoro è il castello che troneggia nella parte più alta, è il mare, con la sua oasi del WWF, le barche a vela, i percorsi vita per respirare salsedine, il museo, i falaoni ripieni di carne e verdura sfornati a ogni ora, i puponi essiccati alle finestre, gli oleandri che costeggiano la via del mare, le serre con le sue fragole rosse e succose.

-Tursi: dove si può ammirare il santuario d’Anglona risalente al XI secolo, in tufo e travertino. E’ tutto ciò che sopravvive della città di Anglona, rasa al suolo nel 1400. I pellegrini da ogni parte del mondo giungono qui per omaggiare la Madonna. Da bambina mi spingevo fino alla sua punta in bicicletta, facendomi largo fra allevamenti di pecore e galline lasciate libere di attraversare la strada fra una azienda agricola e l’altra.

-Craco, la città fantasma: abbandonata dal 1969 a seguito di una frana. E’ possibile visitarla, munendosi di elmetti, e introdursi, quasi scalandole, nelle stradine silenziose e bianche. Scoprendo scale che sembrano bombardate, finestre private di vetri da cui si scoprono soffitti affrescati, in cui entrano ed escono falchi e da dove, ogni tanto, si affaccia una vegetazione che libera, si è spinta fin qui, sostituendo quelli che dovevano essere davanzali con fiori curati, o panni stesi al vento.

-Il castello di Valsinni dove visse Isabella Morra tra il 1520 e il 1546 circa: la giovane nobile passava le sue giornate rinchiusa nel castello. Isolata intellettualmente, scriveva poesie. I suoi fratelli, rozzi briganti, intercettarono delle lettere fra lei e la sua unica amica Antonia Caracciolo. Pensando che dietro il nome della donna si celasse quella del marito, il nobile spagnolo Diego Sandoval De castro, uccisero prima brutalmente la sorella e poi Diego. Si dice che sia stata murata viva, ma il  corpo non fu mai trovato e ancora oggi sensitivi da tutto il mondo giungono per cercarla, incantati dalla leggenda che il suo fantasma si aggiri per le montagne.

-Matera: capitale della cultura 2019. Il presepe straordinario, con i suoi sassi, la vitalità del centro, le ricette e il cibo che saranno per sempre la mia madeleine.

 

*Francesca Barra (nella foto, di Stefano Scacchi, ndr), autrice di quest’intervento, è in libreria con il romanzo Verrà il vento e ti parlerà di me (Garzanti); è laureata in Scienze della comunicazione, a Roma. E’ conduttrice (tra l’altro, ha condotto il “Concertone” del Primo Maggio), inviata, autrice televisiva e radiofonica di programmi come La bellezza contro le mafie su Radio 1, la rassegna stampa di Omnibus su la7, Matrix su Canale5, Tiki Taka – Il calcio è il nostro gioco, e molti altri. Nel 2012 ha pubblicato Giovanni Falcone un eroe solo, mentre nel 2011 è uscito Il Quarto Comandamento, entrambi diti da Rizzoli. Ha anche scritto anche Tutta la vita in un giorno. Viaggio fra la gente che sopravvive mentre nessuno se ne accorge e il racconto Gli spietati nel libro Non è un paese per donne (Mondadori).

Scopri di più sul romanzo…

https://www.youtube.com/watch?v=Wuv-P43g0HI

La trama del romanzo – Il suo nuovo libro racconta di Teresa, che sin da bambina sogna di non abbandonare mai la Basilicata, terra che l’ha vista nascere e in cui vuole costruire il suo futuro; Caterina, sua nipote, al contrario non vede l’ora di andare via, di abbandonare un paese dalle tradizioni immutate, una terra che la limita e una famiglia che ama, ma che vuole lasciare per nuove esperienze. A Roma Caterina porterà l’agenda con le ricette della nonna Teresa e riscoprirà il valore delle proprie radici…

Fonte: www.illibraio.it