Cosa fanno gli insegnanti in vacanza?

di Enrico Galiano | 12.07.2018

Si parla molto degli insegnanti durante l’anno scolastico, ma molto poco durante la pausa estiva. Giusto giusto ogni tanto torna fuori la vecchia polemica e ti ritrovi il politico o l’uomo della strada che sbotta “Basta! Gli insegnanti fanno troppe ferie!”, ma tolto questo, il vuoto assoluto. Ebbene, andremo a sondare abitudini e segreti degli insegnanti in quel periodo dell’anno in cui sembrano sparire dai radar, con la classificazione di cinque immancabili tipologie:

# 1 L’Houdini – Sparisce all’ultimo collegio docenti dell’anno con ancora  in mano le tartine della festa per i colleghi pensionandi e ricompare, come per magia, al primo dell’anno successivo. Nei due mesi che stanno in mezzo, nessuno sa nulla di lui. Non risponde al telefono, non comunica col mondo esterno. Rapito dagli alieni? Trasferito provvisoriamente nell’oltretomba? Non si sa. Il problema, quando c’è un Houdini a scuola, è se inizia a fare l’Houdini anche durante l’anno, scomparendo anche quando dovrebbe lavorare. Dettagli.

# 2 Il programmatore –  Raro, ma non così tanto, il programmatore non riesce a staccare finché non è sicuro che ogni più piccolo dettaglio dell’anno a venire sia stato messo nero su bianco: già il giorno dopo l’ultimo collegio docenti si mette al computer e inizia a programmare il successivo anno scolastico ora per ora, lezione per lezione, inserendo attività fantasmagoriche, progetti stellari, uscite didattiche su Marte e Nettuno. Poi, naturalmente, di tutte quelle attività, come ogni anno, riuscirà a metterne in pratica solo l’1%. Dettagli.

# 3 Il viaggiatore – Per un anno ha fatto la fame, nutrendosi di bacche e acqua di ruscello. Ha messo via il 100% del proprio stipendio mensile con l’obiettivo di concentrare, nei due mesi di vacanza, viaggi nei luoghi più remoti del globo terracqueo. Poi la moglie gli fa una testa così e tutti i soldi se ne vanno in due settimane in Riviera Adriatica coi parenti, per un totale di spesa che vale come un viaggio coast to coast da Oporto a Vladivostok. Dettagli.

# 4 Il succube – Poiché c’è in giro questa diceria che i professori non facciano niente, quando arriva l’estate partono a raffica le richieste di amici e parenti che hanno bisogno di una mano per ridipingere il salotto, sistemare la staccionata, portare i nipoti al parco. Da chi andare se non dal prof, quasi per vendetta? Il succube è colui che non sa dire di no a nessuno, e si ritrova a lavorare più in quei due mesi che nel resto dell’anno. Dettagli.

# 5 Il Fantozzi – Il mitico ragioniere aveva la famosa nuvola dell’impiegato che lo seguiva ovunque andasse. Per questa tipologia di insegnante la nuvola assume forma umana e si declina nel seguente modo: lui pianifica con grande accuratezza una vacanza che lo porti il più lontano possibile dai propri studenti; con nonchalance e un sorriso fintissimo, quando si fa maggio, inizia a buttare lì la domanda a ciascuno di loro: “E tu dove andrai in vacanza?”, “E tu?”, “E tu?”, segnando poi con una croce nera tutti i luoghi citati dai suoi studenti; infine sceglie la destinazione. Bene, una volta approdato nel tanto agognato luogo di villeggiatura, scopre di avere come vicini di ombrellone 3/4 dei suoi studenti, che gli avevano mentito spudoratamente per evitare di ritrovarselo davanti anche negli unici due mesi di tregua. Infine corre verso il mare a tentare di farla finita annegando legato all’ancora di un pedalò. Dettagli.

L’AUTORE – Enrico Galiano, insegnante e scrittore molto seguito sui social, da docente ha un motto: «Non ti ascoltano, se tu per primo non li ascolti».

Eppure cadiamo felici (Garzanti), il suo romanzo d’esordio, racconta la storia di una ragazza di nome Gioia che colleziona parole intraducibili e si innamora di Lo che, nascosto dal cappuccio della felpa, gioca da solo a freccette in un bar chiuso. Quando i due giovani si innamorano, Lo sparisce nel nulla e starà a Gioia scoprire cosa è successo…

Il suo secondo romanzo, Tutta la vita che vuoi, vede protagonisti tre adolescenti, che parlano di loro stessi, delle loro paure, delle loro speranze e imparano che per sentirsi vivi c’è solo una cosa da fare: mettersi in gioco, rischiare qualcosa di vero.

Qui tutti gli articoli scritti da Galiano per ilLibraio.it.

Fonte: www.illibraio.it