Galiano dopo l’ultima polemica: “La Commedia di Dante offensiva? No, è un’opportunità per dialogare”

di Enrico Galiano | 25.05.2024

Ah, Dante!

Settecento anni ha il suo capolavoro, eppure non ha ancora finito di suscitare polemiche e ad accendere animi.

Partiamo dall’argomento “caldo”. A Treviso, due studenti musulmani sono stati esentati dallo studio di Dante perché ritenuto “offensivo” per la loro fede.

Una scelta che ha fatto storcere il naso a molti, tra cui il sindaco di Treviso, Mario Conte, e la sottosegretaria Paola Frassinetti. Secondo loro, togliere Dante dal curriculum scolastico non è solo un passo indietro, ma una vera e propria rinuncia alla possibilità di creare un dialogo culturale inclusivo. E qui non si tratta solo di Dante, ma di un’intera visione del mondo e della nostra storia.

Certo, non si può negare che Dante abbia riservato parole poco gentili per Maometto, condannandolo all’Inferno tra i “seminatori di scandalo e di scisma”. Però, se ci fermiamo a questo dettaglio, rischiamo di perderci tutto il resto.

Per esempio, sapevate che nel Limbo dantesco ci sono personaggi illustri della cultura islamica come Saladino, Avicenna e Averroè?

Sì, proprio così. Dante li colloca tra i saggi dell’antichità, riconoscendo il loro valore e il loro contributo alla filosofia e alla scienza.

Ma l’aspetto più interessante è un altro: l’intera struttura della Divina Commedia sembra avere punti di contatto con il Libro della scala, un testo islamico – antecedente a Dante – che descrive il viaggio ultraterreno del profeta Maometto.

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Fra l’altro, quel testo era stato per certo argomento di lezione del maestro di Dante, Brunetto Latini, che sappiamo quanta influenza ha avuto su di lui e sulla sua opera.

Coincidenze? Forse, ma è assai probabile che Dante, consapevolmente o meno, sia stato influenzato da queste idee.

Quindi, cosa ci dice tutto questo? Che Dante, con tutte le sue contraddizioni, non è solo un simbolo della cultura cristiana medioevale, ma anche un ponte verso altre tradizioni e culture.

Escludere gli studenti musulmani dallo studio della Commedia significa rinunciare a questa ricchezza, a questa possibilità di scoprire come le culture si influenzino a vicenda.

Invece di vedere la Divina Commedia come un’opera divisiva o, peggio, come una specie di baluardo dell’italianità, possiamo considerarla un’opportunità per dialogare.

Perché Dante non è prima di tutto “italiano”, come Shakespeare non è “inglese” e Omero non è “greco”: sono patrimonio dell’umanità.

Dante ci mostra che, nonostante le differenze, ci sono punti di contatto tra mondi apparentemente lontani. Imparare a conoscere questi legami ci aiuta a comprendere meglio la nostra storia, il nostro presente e ad allargare la nostra visione del mondo, non a restringerla.

E allora, perché non cogliere questa occasione?

In un’epoca in cui le identità culturali vengono spesso strumentalizzate per creare divisioni, la Commedia può essere un ariete con cui abbattere i muri.

E chissà, magari proprio attraverso Dante, e il Libro della scala, letti insieme, da studenti musulmani seduti a fianco di studenti di altri credi, i ragazzi potranno scoprire che le differenze sono solo un punto di partenza per un viaggio verso una comprensione reciproca più profonda.

E non sarebbe un gran bel contrappasso?

L’AUTORE – Enrico Galiano, insegnante e scrittore friulano classe ’77, in classe come sui social, dove è molto seguito, sa come parlare ai ragazzi. Dopo il successo di romanzi (tutti pubblicati da Garzanti) come Eppure cadiamo feliciTutta la vita che vuoiFelici contro il mondo, e Più forte di ogni addio, ha pubblicato un libro molto particolare, Basta un attimo per tornare bambini, illustrato da Sara Di Francescantonio. È poi tornato al romanzo con Dormi stanotte sul mio cuore, e sempre per Garzanti è uscito il suo primo saggio, L’arte di sbagliare alla grande. Con Salani Galiano ha quindi pubblicato la sua prima storia per ragazzi, La società segreta dei salvaparole. Ed è poi uscito, ancora per Garzanti, il suo secondo saggio, Scuola di felicità per eterni ripetenti. Dopo il romanzo Geografia di un dolore perfetto, si appresta a tornare in libreria con Una vita non basta

Enrico Galiano Una vita non basta

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Fonte: www.illibraio.it