Quando si parla di classici della letteratura c’è un nome che compare sempre, e cioè quello di Jane Austen, scrittrice inglese che ha vissuto a cavallo tra ‘700 e ‘800. I libri di Jane Austen sono stati apprezzati già durante la sua vita e ancor più nei secoli a venire: sono diventati infatti testi imprescindibili per chi ama leggere romanzi, per gli appassionati e le appassionate di letteratura inglese, per chi ama le atmosfere ottocentesche, o più semplicemente per chi, quando sceglie un libro, vuole la certezza di rimanere coinvolto dalle sue pagine, per la qualità di scrittura, per i temi trattati, per la costruzione della trama, o per tutte queste cose insieme.
La passione dei lettori nei confronti dei libri di Jane Austen (Steventon, 16 dicembre 1775 – Winchester, 18 luglio 1817) è ancora più sbalorditiva se si pensa che furono scritti in un momento storico in cui la considerazione concessa alle scrittrici era limitata. I suoi libri, dalla loro pubblicazione a oggi non sono quasi mai andati fuori edizione, e da quel momento le trame dei suoi romanzi sono diventate così celebri da essere state reinventate in molti libri, film, e opere teatrali, da quelle che semplicemente ne ammodernano le ambientazioni a quelle che puntano all’originalità mescolando generi lontani fra loro.
Anche a livello cinematografico si possono citare titoli che, riprendendo gli intrecci di Jane Austen, hanno saputo creare storie nuove molto apprezzate dal pubblico, come per esempio Il diario di Bridget Jones, ispirato a Orgoglio e Pregiudizio, e Clueless (in italiano Ragazze a Beverly Hills), ispirato a Emma.
Caratterizzati da acute analisi e sagaci osservazioni della società del suo tempo, in particolare sulle differenze sociali e distanze dovute a condizioni economiche, i romanzi di Austen hanno la capacità di attrarre l’interesse del lettore pur ritraendo contesti di normalità, perlopiù provinciale, in cui si avvicendano quotidiane relazioni familiari, amicali o sentimentali tra i personaggi. La precisione, e il livello di dettaglio delle sue descrizioni ne evidenziano il realismo, uno dei tratti più apprezzati della sua scrittura.
Nel 250esimo anno dalla nascita di questa importante scrittrice, celebriamo quindi la sua produzione letteraria con un approfondimento dedicato ai romanzi di Jane Austen, presentati in ordine cronologico di pubblicazione:
Ragione e sentimento, 1811
Benché non si tratti del primo scritto di Jane Austen, Ragione e sentimento (Newton Compton, a cura di Pietro Meneghelli) è stato il suo primo romanzo pubblicato. Come dice lo stesso titolo, in questo libro vediamo dispiegarsi il diverso atteggiamento di due sorelle nei confronti delle relazioni: quello di Elinor, che si affida alla razionalità, e quello di Marianne, che tende ad abbandonarsi al sentimento. Già da questo testo si intravede la cifra che contraddistingue le storie ideate da Austen: non mancano infatti le storie d’amore costrette a scontrarsi con le condizioni sociali, la situazione economica e i giudizi di una comunità che osserva i suoi appartenenti con sguardo severo. Sono stati diversi gli adattamenti di questo romanzo: il più celebre è probabilmente l’omonimo film del 1995 di Ang Lee, con Emma Thompson, Alan Rickman, Kate Winslet e Hugh Grant.
Orgoglio e pregiudizio, 1813
Veniamo al romanzo più conosciuto di Jane Austen, quello amato dagli esperti dell’autrice così come da chi la scopre per la prima volta, da chi tramite le sue pagine studia la società inglese del tempo e da chi invece si abbandona solo alla sua storia d’amore travolgente. Protagonista di Orgoglio e pregiudizio (Garzanti, traduzione di Isa Maranesi) è Elizabeth, ragazza sveglia, sagace, e con un acuto spirito di osservazione della società che la circonda. La caratterizzazione del suo personaggio è così particolare che la protagonista di questo romanzo è considerata ancora oggi uno dei personaggi della letteratura più amati da lettrici e lettori. In una comunità in cui non mancano, per l’appunto, orgoglio e pregiudizio, non ne sono esenti neanche Elizabeth Bennet e Fitzwilliam Darcy, che si respingono a vicenda nonostante il reciproco interesse. Essendo l’intreccio più celebre ideato da Austen, non mancano gli adattamenti, più o meno fedeli: da citare sicuramente, le due omonime versioni, una del 1995, in forma di mini serie tv, con Colin Firth nei panni di Mr. Darcy, e quella cinematografica del 2005 per la regia di Joe Wright, con Keira Knightley a interpretare Elizabeth Bennet.
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Mansfield Park, 1814
Protagonista di Mansfield Park (Garzanti, traduzione di Simone Buffa di Castelferro) è Fanny, una ragazza timida e di buone maniere, cresciuta nella casa degli zii Bertram, che decidono di prendersene cura fin dalla sua tenera età per via delle ristrettezze economiche della famiglia di provenienza. Mentre i figli dei Bertram crescono viziati e ricoperti di attenzioni, Fanny rimane nell’ombra. Passano gli anni, e Fanny si trova ad assistere come una spettatrice all’alternanza di affetti e simpatie che nascono tra i giovani Bertram e i figli dei Crawford, i vicini di casa. Ma sarà proprio l’estraneità di Fanny a far risaltare il suo valore morale nel momento in cui i frivoli intrecci amorosi iniziano a sciogliersi. Nel 1999 ne è stato tratto un film omonimo per la regia di Patricia Rozema, con Frances O’Connor come protagonista.
Emma, 1816
Con Emma (Garzanti, traduzione di Mario Praz) torniamo a un romanzo in cui è di nuovo protagonista un’eroina tipicamente “austeniana”, intelligente e brillante. A volerlo trovare, il difetto più evidente di Emma Woodhouse, una giovane bella e di buone maniere, è quello di dedicarsi con troppa dedizione a tessere le tele amorose altrui, rendendosi a suo malincuore creatrice di equivoci e malintesi. Dopo diversi insuccessi, Emma realizza finalmente l’importanza di dedicarsi alle proprie affezioni sentimentali, trovando così il tanto sperato lieto fine. Anche di questo libro sono stati tratti più adattamenti: tra le versioni cinematografiche più conosciute ci sono quella del 1996 con protagonista Gwyneth Paltrow, e quella del 2020 con Anya Taylor-Joy.
L’abbazia di Northanger, 1818
L’abbazia di Northanger (Garzanti, traduzione di Teresa Pintacuda) è la prima delle opere di Jane Austen che vennero pubblicate postume, in seguito alla morte dell’autrice avvenuta nel 1817 per una malattia mai definita con certezza. Il contrasto tra lo stile romanzesco arguto, lucido e critico di Austen e il quasi contemporaneo (e di gran successo) genere gotico è la cifra più evidente di questa storia. L’abbazia di Northanger è infatti, per certi versi, un romanzo satirico che ironizza sugli stilemi tipici del gotico. Catherine Morland, la protagonista diciassettenne, ama lasciarsi andare a queste letture e fantasticarne. La sua ingenuità la porterà a confondere realtà e finzione, rischiando così di perdere la stima delle persone che la circondano, e in particolare quella dell’amato Henry Tilney. Questo romanzo è stato l’ispirazione di un’omonimo film per la tv del 2007, con Felicity Jones a interpretare la protagonista Catherine.
Persuasione, 1818
Non mancano anche in questo romanzo postumo temi cari all’autrice, come le differenze di disponibilità economiche e di ceto sociale. Protagonista di Persuasione (Garzanti, traduzione di Luciana Pozzi) infatti è Anne, che abita nella tenuta del padre insieme a lui e alla sorella più giovane. Anne perde l’occasione di sposarsi diversi anni precedenti ai fatti narrati, quando si trova a rifiutare la proposta di matrimonio del capitano Wentworth nonostante ne sia innamorata, a causa della persuasione della sua famiglia, incapace di guardare oltre alla differenza di ceto sociale. L’occasione di un nuovo incontro tra lei e il capitano riporterà a galla i loro sentimenti, capaci di far sopire per sempre i rancori dovuti al passato. Molto recente un adattamento del 2022 di produzione Netflix, con Dakota Johnson nei panni di Anne.
Lady Susan, 1871
Tra i primi testi di Austen a essere scritti (la produzione risale intorno al 1794), e tra gli ultimi a essere pubblicati c’è Lady Susan (Newton Compton), un romanzo epistolare in cui scopriamo una donna furba e astuta, che mette a frutto i propri talenti manipolando le persone che le stanno intorno. Rimasta vedova a soli trent’anni, Susan cerca di sfruttare il contesto sociale a suo favore, non temendo il ricorso all’inganno o alla bugia, soprattutto al fine di costruire un matrimonio favorevole per la figlia Frederica, che non sopporta. L’alternarsi degli autori delle lettere fa sì che chi legge possa osservare lo svolgersi degli intrecci da diversi punti di vista, così che emergano anche i lati più nascosti della protagonista.
Fonte: www.illibraio.it