Le parole (anche quelle online) sono importanti: “Le vie del senso” di Annamaria Testa

di Gloria Ghioni | 08.11.2021

Quando si sfoglia per la prima volta Le vie del senso. Come dire cose opposte con le stesse parole (Garzanti, 2021), il nuovo libro di Annamaria Testa, si resta subito attratti visivamente dalle centosessanta immagini presenti nel testo, poi si inizia questo percorso attraverso l’uso delle parole online e ci si scopre più incuriositi a ogni pagina. Nessuna scelta avviene per caso.

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Annamaria Testa, che si occupa da anni di comunicazione e creatività sia come consulente per le imprese, sia come blogger e saggista, sia come docente universitaria, si è già preoccupata del valore delle parole nella nostra comunicazione nel bel saggio Il coltellino svizzero-Capirsi, immaginare, decidere e comunicare meglio in un mondo che cambia, uscito lo scorso anno sempre per Garzanti.

Le vie del senso, pubblicato in una prima edizione nel 2004, con la prefazione di Tullio De Mauro, è tornato in libreria in una versione aggiornata e più ampia, che tiene conto dei tanti mutamenti che ha conosciuto la comunicazione online. In questi anni i social media hanno cambiato moltissimo il rapporto tra gli utenti e la parola scritta, trasformandoli sempre più spesso ora in creators digitali, ora in compratori, ora in entrambe le cose. Non è un caso se ormai la pubblicità sui social sia pervasiva e personalizzata, e se la comunicazione online si stia adattando sempre di più alla fruizione su mobile.

Anche l’uso delle parole si sta adeguando, tenendo fermo un principio già validissimo nel 2004 (come in ogni tempo): nessuna parola scelta ha un valore neutrale e, dunque, niente deve lasciarci indifferenti. Sarà capitato a tutti di guardare distrattamente un contributo online (un post, una pubblicità, un qualsiasi comunicato) e di avergli dedicato pochissimi secondi del nostro già scarso tempo libero: che cosa ci ha catturato di un post e ci ha convinto a fermarci a leggere? E che cosa, invece, ci ha portato ad allontanarci velocemente da un altro contributo? Al di là dei contenuti, più o meno vicini ai nostri interessi, anche la forma, il peso tra parole e immagini hanno un ruolo determinante.

Ci ritroveremo a parafrasare il celeberrimo “le parole sono importanti!” di Nanni Moretti, leggendo Le vie del senso, perché una semplice frase, apparentemente banale, come “bella giornata oggi”, presa ad esempio nelle primissime pagine del libro, può assumere significati e veicolare messaggi diversissimi tra loro.

A seconda del contesto e del co-testo in cui si inserisce, della sua posizione, della punteggiatura, ma anche delle scelte grafiche in cui è rappresentata, “bella giornata oggi” muterà davanti ai nostri occhi di lettori, in oltre cento tavole che esemplificano quanto asserito da Annamaria Testa. Dall’adozione di un determinato font e alle sue dimensioni, fino al colore, al rapporto tra parole e immagine, un testo semplice come “bella giornata oggi” può confermare o sconvolgere le nostre convinzioni, farci sorridere o arrabbiare,… Come più volte sottolinea l’autrice, facendo riferimento a studi di neuroscienze,

il nostro cervello cerca strutture. Ogni scelta di forma e di struttura, testuale e visiva, è portatrice di senso: istituisce gerarchie e determina percezione e comprensione. Le scelte grafiche non sono mai “solo” estetiche: la forma esprime il contenuto e ne è parte integrante” (p. 121).

Dunque, questo saggio piacevole e documentato, che affonda le sue considerazioni in studi linguistici e scientifici di pregio, pur mantenendo un approccio pragmatico, è uno strumento prezioso e snello per chi vuole guardare al mondo della comunicazione online senza esserne vittima. Anche chi si occupa di scrittura sul web per lavoro o desidera accostarsi a questo mondo trarrà spunti interessanti, da sperimentare al più presto.

Si diventa infatti più consapevoli dei meccanismi che regolano determinate scelte, ed è anche per questo che Le vie del senso segna una tappa significativa nella letteratura che si occupa di raccontare la comunicazione negli anni Venti. Come rimarca Annamaria Testa, questo libro non mira a essere un punto di approdo, ma fotografa la comunicazione del presente, in un panorama che cambia rapidamente e che chiederà, di conseguenza, nuovi – e, ci auguriamo, altrettanto stimolanti – aggiornamenti.

Fonte: www.illibraio.it