Che anni furono per Veneranda, forse i più belli della sua vita, i più fecondi, i più felici, i più
istruttivi e i più caldi, gli occhi della vecchia mavara la accompagnarono nella sua crescita, nella sua
educazione, nelle sue emozioni. I gatti per lei furono fratelli, sorelle, amici, compagni di scuola.
Dai gatti imparò l’arte del riposo, la dolcezza delle fusa, la sensualità dei gesti, l’aggressività della
difesa, il coraggio del buio. Da Fuliara imparò l’importanza del più piccolo fiore, il furore della
libertà, la saggezza delle piante, la profondità dell’attesa, la santità del quotidiano, la pietà che
non ha prezzo, la facile corruzione del corpo. Veneranda imparava e sognava, cresceva e sentiva.