Rita Nardi: “Anch’io, come la protagonista del mio romanzo, sono stata una ragazza difficile”

di Rita Nardi | 06.11.2023

Essere adolescenti non è proprio un gioco da ragazzi.

Trinity Sanders, la protagonista de Il narratore di storie (Garzanti), lo sa bene. Trin è quella che tutti etichetterebbero come la classica “ragazza difficile”. Diciotto anni appena compiuti, pessimi voti a scuola, un carattere poco socievole e una passione smisurata per tutto ciò che i suoi coetanei definiscono “strano” e “antiquato”.

Mentre i suoi migliori amici, Lola e Miles, progettano il loro futuro (chi nella pallavolo, chi al college), Trinity si sente un pesce fuor d’acqua in un mare di persone che sanno già perfettamente quale sia il loro posto nel mondo. Lei, invece, non ha un sogno da realizzare. Così, nella triste consapevolezza di essere nata nell’epoca sbagliata, trascorre le sue giornate immersa nella musica e nella costante ricerca di qualcosa in cui essere brava.

Ma quanti ragazzi, a diciotto anni, proprio come Trin, non sanno quale sarà il loro futuro? Quanti si sono sentiti inadeguati davanti alla determinazione di altri o alle aspettative della famiglia?

Per questo l’adolescenza non è per niente facile da affrontare. È insita di ostacoli e dubbi, tentativi e desideri nascosti, alla ricerca di un’identità che sfugge.

Tutti si aspettano che un adolescente costruisca il suo futuro tassello dopo tassello, senza errori: buoni voti a scuola, tanti amici, un hobby da coltivare. Perché si sa: il giorno prima sei un ragazzo, il giorno dopo un adulto, e la strada è più facile se si ha una meta da raggiungere e si è già stati avviati sul percorso giusto. Eppure, non è così facile scovare e coltivare una passione, scoprire ciò per cui si è naturalmente portati. Alle volte, ci concentriamo così tanto su quanto gli altri siano un passo avanti a noi da non riflettere su quanto, in realtà, questo confronto ci condizioni.

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Quando ho scritto Il narratore di storie, desideravo che Trinity Sanders fosse una dei tanti “ragazzi e ragazze da parete”, che stanno sempre agli ultimi banchi, in fondo alla classe, che trascorrono le lezioni in silenzio e, una volta tornati e tornate a casa, si trincerano nel loro mondo fatto di musica e solitudine. Tanti che, come lei, si sentono incompresi, arrabbiati, persi.

L’ho voluto fortemente perché anche io, come la mia protagonista, sono stata una ragazza difficile. Sentivo quasi di appartenere all’epoca sbagliata; mi rifugiavo per ore in un mondo di musica che i miei coetanei consideravano ormai “vecchia” e “passata di moda”, e preferivo leggere piuttosto che uscire.

Non ero per nulla brava a fare amicizia e per questo respingevo chiunque volesse avvicinarsi a me. Ma, soprattutto, avevo tanta paura del futuro. Mi sentivo diversa, e di conseguenza sbagliata. Col tempo, però, ho imparato che “diversonon è sinonimo disbagliato”, e che è normale avere diciott’anni ed essere sommersi da dubbi e paure riguardanti il futuro. È normale inciampare e perdere il sentiero, quando ancora non lo si conosce.

Quello che mi ha aiutato più di tutto è stato capire e accettare di non poter soddisfare ogni aspettativa altrui e che non è possibile stare sempre al passo con gli altri, perché ognuno ha la sua velocità. Se ci si perde a seguire chi ci precede, non riusciremo a trovare neppure un istante, nelle nostre frenetiche vite, per dedicarci a noi stessi e scoprire ciò che ci rende davvero felici.

Per fare ciò, abbiamo bisogno di tempo, che per ognuno è diverso, proprio perché viaggiamo su lunghezze d’onda diverse. Ma, soprattutto, dobbiamo abituarci all’idea che ogni strada è unica e non paragonabile alle altre.

Una grande consolazione è stata capire che, in questa ricerca, non c’è nessuno che non abbia mai provato ansia o timore di fallire, neppure la persona più determinata al mondo. La differenza la fa solo chi non permettere alla paura di paralizzarlo.

Quindi, in breve, crescere e diventare adulti non è per niente facile. È un viaggio, un cammino, dove ognuno ha il suo passo e il suo ritmo. È normale incontrare ostacoli sulla propria strada, ma ogni viaggio è più piacevole, se intrapreso con dei compagni fedeli.

Che sia un professore, come nel caso di Trinity, o che siano i propri genitori o i propri amici, tutto diventa più facile con le persone a cui si vuole bene. L’adolescenza non è un viaggio da percorrere soli, ma in compagnia delle persone giuste.

Sembra un luogo comune, una frase fatta, ma è vero: il resto, verrà da sé.

L’importante è non smettere mai di sognare in grande.

Il narratore di storie di Rita Nardi

L’AUTRICE  – Dopo il successo di Liberi come la neve (Garzanti), Rita Nardi torna in libreria con Il narratore di storie.

Nardi è una giovanissima scrittrice, molto attiva su TikTok, che sin da bambina coltiva la passione per la scrittura e per la lettura. Partita dal web (in questo articolo ci ha raccontato la sua esperienza con Wattpad e con il self-publishing), propone una storia d’amore di grande impatto.

Trinity e Acher, i protagonisti del suo nuovo romanzo, sono due adolescenti che combattono, la prima con furore, il secondo trincerandosi dietro il silenzio. Ma nel loro incontro c’è la chiave per superare la grande sofferenza che nascondono…

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Fonte: www.illibraio.it