In questi giorni, come ogni anno, il web si riempie di post e interventi pieni di consigli per i maturandi. Io, da prof, voglio dirti cosa colpisce noi prof, soprattutto.
Bene, partendo dal presupposto che se vuoi fare centro devi cercare di essere originale, diverso (ma senza sforzarti di esserlo tanto per essere diverso: quello è terribile), il consiglio-base, o meglio il consiglio zero, è questo:
#0 Sii te stesso
Il modo più sicuro per essere allo stesso tempo originali e credibili è essere autentici. Scrivi con uno stile il più possibile personale. Se riesci a essere un puntino rosso in mezzo a tanti puntini neri tutti uguali, vedrai quanto verrà apprezzato.
#1 Evita i paroloni
La tentazione di voler impressionare la Commissione è forte, lo so. Ci tieni a fare bella figura, a far vedere che “tu sai”. Bene, ho una notizia per te: lo scritto d’italiano non serve tanto a capire quanto sai, ma come sai dire quello che sai. Per lo stesso motivo, quindi, evita di scrivere troppo difficile, con periodi lunghi e arzigogolati: scrivi semplice, chiaro. Chi legge deve seguire il tuo pensiero con facilità. Sì, lo so benissimo che quel giorno nemmeno tu riuscirai a seguire il tuo pensiero con facilità: motivo in più per non complicarti la vita, no? Ricorda la regola aurea valida per tutti gli scrittori: se si deve rileggere per capire quello che hai scritto, vuol dire che non è scritto abbastanza bene.
#2 La regola del 10%
Questa non è mia, ma di un certo Stephen King, forse lo conosci. Bene, lui diceva che la svolta della sua carriera -che lo ha fatto passare da scrittore che non considerava nessuno ad autore che venne pubblicato – fu quando applicò la regola del 10%. Funziona così
Versione definitiva = Prima bozza – 10%
Togli dalla brutta il 10% di quello che hai scritto: aggettivi di troppo, ripetizioni, abbrevia periodi troppo lunghi, tieni a bada gli avverbi… Vedrai quanto guadagnerai in essenzialità e chiarezza.
(certo, se scrivi solo mezza facciata forse è meglio non applicare questa regola: ma sappi comunque che non ti salverà lo stesso!)
#3 Inserisci riferimenti culturali extrascolastici
Film che hai visto, testi di canzoni, opere d’arte di cui non avete mai parlato in classe ma che ti hanno colpito: poche cose piacciono ai prof come i ragazzi curiosi, che hanno creato un proprio bagaglio culturale e che sanno collegarlo con i concetti che si studiano a scuola (Per esempio: la mitica frase di Dominic Toretto in Fast and furious “Vivo la mia vita un quarto di miglia alla volta” può essere una moderna rappresentazione del carpe diem oraziano e del concetto di piacere della scuola epicurea)
#4 Stendili subito
Esattamente come il primo giorno di scuola è fondamentale, anche la frase d’apertura del tuo scritto lo sarà: scrivi allora qualcosa che faccia venire subito l’acquolina in bocca, che sia fuori dagli schemi, volendo anche grammaticali. Per esempio, puoi iniziare con una serie di frasi nominali: “Silenzio. Neanche il rumore delle onde. Sulle superficie dell’oceano, milioni anzi miliardi di bottigliette di plastica” (ah, l’inquinamento è una delle tracce papabili)
Sì lo so che l’ansia non ti farà venire nessun inizio bello o originale: ma nessuno ti vieta di aggiungerlo alla fine, quando l’ansia se ne sarà andata, no?
#5 Per lo stesso motivo, lavora su un bel finale a effetto
Può andare bene una citazione famosa (“Esiste una sola razza, quella umana”, Albert Einstein); una frase ironica; un interrogativo retorico (“Basterà così poco per cambiare le cose?”). Scegli tu: l’importante è che lasci un buon sapore in bocca a chi avrà assaggiato le tue parole.
L’AUTORE – Enrico Galiano sa come parlare ai ragazzi. In classe come sui social, dove è molto seguito. Insegnante e scrittore classe ’77, Galiano, dopo il successo di Eppure cadiamo felici e Tutta la vita che vuoi, torna in libreria, sempre per Garzanti, con Più forte di ogni addio, un romanzo che mostra perché ogni momento è importante. Soprattutto quello in cui dire alle persone che amiamo cosa significano per noi.
Qui tutti gli articoli scritti da Galiano per ilLibraio.it.
Fonte: www.illibraio.it