Donne che danno voce alle donne: storie indelebili, di cui abbiamo bisogno

di Valeria Usala | 06.04.2021

Com’è strana la memoria. Nonostante i nostri mille sforzi per cristallizzarla nel tempo, lei va e viene in forme scomposte, occupando i nostri pensieri con ostinata invadenza. Non c’è niente che ci renda più consapevoli di aver vissuto, eppure finiamo per odiarla, con quel suo essere intensa e scostante quanto una relazione a distanza.

La memoria può essere fine e principio, croce e delizia di una storia. Perciò ho deciso di invocarla, prima di iniziare a raccontare la mia. La rinnegata nasce tanti anni fa da una voce, calda e squillante, che racconta a me e mia sorella di un fatto accaduto proprio lì, in quella casa in cima al paese nella quale divoriamo bocconi di lasagna per pranzo, una domenica di fine estate. Mia nonna ci parla di una donna coraggiosa, rimasta vedova con dei figli piccoli, e di quando un giorno, all’improvviso, dei ladri entrano in casa costringendo i bambini a nascondersi. Solo a quel punto la voce si abbassa fino a farsi solenne, come a suggerire un finale doloroso che è meglio lasciare in sospeso. La voce di mia nonna è rimasta indelebile, ma la storia che raccontava l’avevo dimenticata. E se ci penso adesso, nonostante il senso di colpa, è stata proprio quella pecca della memoria che mi ha spinto a scrivere, e a farlo senza sosta.

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Mi sono chiesta spesso: da chi aveva saputo i dettagli di quella vicenda? Chi gliene avrà parlato per prima? E con chi ne avrà discusso negli anni? La risposta era sempre: un’altra donna. La rinnegata è una storia di donne tramandata da donne, ma spero abbia la fortuna di parlare a tutti, non solo a loro.

La capacità femminile di traghettare un’intensità narrativa da una generazione all’altra, e di farlo con cura ma anche con urgenza, appartiene alla Sardegna in maniera quasi viscerale. Non so se a farlo ci spinga la potenza dell’amore e della paura, il piacere della curiosità e della fantasia, o semplicemente lo stallo della noia. Credo però in un richiamo alla fecondità che ci insegna un modo alternativo di essere madri. Non raccontiamo per concepire vite umane, ma idee rivoluzionarie.

L’APPUNTAMENTO CON “LIBLIVE” SULLA PAGINA FACEBOOK DE ILLIBRAIO.ITMercoledì 28 aprile, alle 18, Valeria Usala presenta La rinnegata con Nadia Terranova

Siamo parte di un filo invisibile che ha tessuto intorno alla nostra isola trame millenarie, e non assecondare quel gesto sarebbe non solo un errore, ma una privazione inutile per chi verrà dopo di noi. Le donne che riescono a raccontare, e raccontarsi, hanno il potere di rendere visibile l’occulto. Scrivere, per me, non è solo una lotta costante contro quella massa informe che è la memoria, ma anche un modo piuttosto originale di ingannare il tempo.

Se è vero che siamo le storie che raccontiamo, e che ormai tutto è già stato raccontato, per farlo ancora una volta ne deve valere la pena. Oggi, per le donne, sapere di avere una voce che merita lo stesso valore di quella di un uomo non è una scoperta; forse la vera sfida è capire come usare la propria. Ma per assaporare questa conquista fino in fondo, è utile anche ascoltare tutte le voci che il passato ha reso afone e trasferirle sulla carta, renderle indelebili.

Il silenzio ha avvolto questa storia per più di un secolo, con il rischio di permettere che fosse dimenticata per sempre. Si è preservata tra un sussurro e una confidenza, un ricordo casuale e un’indagine affannosa, una figlia e una nipote, ed è rimasta in vita combattendo il mutismo dell’indifferenza.

La rinnegata, in fondo, assomiglia a tante altre storie; il bisogno semplice di riconoscersi nella complessità altrui è ciò che la rende familiare. Ma mentre la scrivevo non pensavo tanto a come renderla originale, quanto il più possibile autentica. Nasce da una voce, e prova a ridare voce a coloro a cui è stata tolta. Io mi sono permessa solo di sintonizzare le orecchie su quella frequenza, e alzare il volume al massimo.

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L’AUTRICE – Valeria Usala ha 28 anni. È nata e vive a Cagliari. Dopo una laurea in Lingue e Comunicazione e un diploma in Storytelling, collabora con una rivista di cinema. La rinnegata (Garzanti) è il suo romanzo d’esordio.

Senza un uomo accanto, una donna non è nulla. Teresa ha sempre sentito l’eco di questa frase, come il vento durante la tempesta, ma non ci ha mai creduto. Lei che è quiete e fuoco, rabbia e tenerezza, lotta contro questo pregiudizio da quando è nata. Da quando, rimasta orfana, non ha mai avuto nessuno a proteggerla dalla sua intelligenza, oltre che dalla sua bellezza. Un intero paese la rinnega, impaurito davanti alla sua indipendenza, alle sue parole e ai suoi gesti. Perché in fondo, sono tutto ciò che la rende diversa dalle altre donne. Nemmeno l’aver creato una famiglia con un uomo che ama ha messo a tacere le malelingue e i pettegolezzi. Nessuno crede che la sua fortuna, derivante da un emporio e una taverna che ha costruito e gestisce da sola, sia frutto di fatica e tenacia. Ma le voci sono sempre rimaste solo voci, anche quando a rispondere a tono è una bruja come Maria, che vaga per le strade senza una meta precisa. Poi tutto cambia, e Teresa si ritrova costretta a difendere ciò che ha conquistato per dimostrare che può farcela da sola. Che non rinunciare a se stessa significa essere libera. Vuole dare a quel vento, pieno di parole feroci, un afflato nuovo; ma il pregiudizio è forte e saldo, come una radice ancorata alla terra.

Quella narrata da Usala è una storia di coraggio e rinuncia, un romanzo in cui la Sardegna è protagonista con la sua natura, le sue leggende e le sue contraddizioni.

Fonte: www.illibraio.it