Babbo Natale? Lo “sfogo” della mamma ribelle Giada Sundas

di Giada Sundas | 13.12.2018

‘Taccitua Babbo Natale

Ti ho partorito con fatica e dolore implorando pietà e antidolorifici mentre là fuori mi dicevano che avrei dovuto ricongiungere me stessa con la mia natura di mammifero e partorire in vesti di seta alle fonti del Monviso con un hawaiano obeso che cantava Somewhere Over the Rainbow con l’ukulele.

Ti ho allattato soffrendo e subendone le conseguenze. Oggi uso le mie tette come Swiffer.

Ti ho cullato, ninnato, coccolato notti intere nonostante interrompessi il mio sonno proprio mentre Keanu Reeves confessava di amarmi o mentre la nonna sfornava le lasagne.

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Ho scocciato e serrato ogni cassetto, anta e sportello di questa casa per risparmiarti una vita da Edward Mani di Forbice.

Ho impiegato ore di ogni singola giornata che il creato ha messo in terra per prepararti pasti sani e bilanciati, che poi hai schifato o neanche assaggiato, preferendo il totale digiuno.

Ho guardato con te ogni puntata di qualsiasi cartone animato coi porci, gli orsi, i topi e i bambini scemi coi piagiamini.

Ho cantato con te Daddy Finger, Johnny Johnny, gli elefanti sulla ragnatela e le scimmiette che si rompono il cervelletto.

Ti ho monitorato quarantotto ore quando, saltando sul letto, il cervelletto te lo sei rotto tu.

Ti ho portato a Leolandia, ho pagato il parcheggio, l’ingresso, il pranzo spendendo quanto il PIL di Malta e non ho pianto neanche una volta. Nemmeno quando hai chiesto di fare l’undicesimo giro nella casa di Peppa Pig.

Ti ho spiegato come nascono i bambini con sincerità. E non ho pianto neanche una volta.

Ho pulito la tua cacca, il tuo vomito, il tuo moccio ogni volta che hai preso un virus e la maggior parte delle volte li ho puliti dai miei vestiti.

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Ti ho letto Il Gufo Brontolone ogni sera per due anni consecutivi. Ho sopportato Nightmare Before Christmas tutte le sere per i due seguenti.

Ti ho preso un animale domestico e raccolgo io la sua cacca. La sua e la tua. E ora non ho più tempo per pensare alla mia.

Ti accompagno ogni giorno a scuola, col gelo e con l’afa, e non mi sono mai scordata di venire a prenderti. Tranne quella volta lì, ma in realtà era una scelta consapevole.

Ho rinunciato a molte serate con gli amici, a tante cene romantiche, cinema, spa, weekend e concerti. Ti ho amato con trasporto ogni singolo giorno da quando hai visto la luce. Ti ho donato la parte migliore di me e lo rifarei, sempre, nonostante tutto.

Tranne oggi, che ho speso duecento euro per il tuo regalo di Natale e tu hai ringraziato con trasporto Babbo Natale. Oggi mi rode un po’, figlio mio.

‘Taccitua Babbo Natale

 

L’AUTRICE – Giada Sundas è una giovane madre molto seguita in rete. Sui social racconta la sua esperienza di “madre imperfetta ma imperterrita” con freschezza e ironia. Il suo romanzo d’esordio, edito da Garzanti nel 2017, si intitola Le mamme ribelli non hanno paura, e racconta la storia di Giada dal giorno in cui la piccola vita di Mya, sua figlia, ha cominciato a crescere dentro di lei. Nel 2018 è uscito il suo secondo, atteso libro, Mamme coraggiose per figli ribelli, in cui l’autrice torna a parlare del mestiere più difficile del mondo: fare la madre. Con la sua inconfondibile vena ironica…

Qui tutti gli articoli di Giada Sundas per ilLibraio.it.

Fonte: www.illibraio.it