Emily Dickinson: la vita, le idee e le poesie della scrittrice americana

di Eva Luna Mascolino | 02.12.2022

Trasgressione, immaginazione, complessità: ecco da cosa è stata caratterizzata la vita di Emily Dickinson (1830-1886), che, se a prima vista può sembrare semplice e ritirata, a un occhio più attento si rivela affascinante e densa di sfaccettature, proprio come le centinaia di componimenti che ha composto seduta alla scrivania della sua stanza.

Ecco un viaggio nella sua biografia, nelle caratteristiche della sua scrittura e in alcuni dei suoi versi più celebri, scoperti e apprezzati solo nei decenni successivi alla morte della poetessa americana

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La trasgressione sociale

Emily Elizabeth Dickinson nasce il 10 dicembre 1830 nella cittadina di Amherst (Massachusetts), da una famiglia benestante e soprattutto molto in vista: il nonno ha infatti fondato l’Amherst College, il padre è un avvocato che diventerà poi deputato del Congresso americano e la madre è una personalità discreta, molto legata alle tradizioni puritane.

Da loro Emily Dickinson apprende il rigore, l’importanza della religione e soprattutto dell’istruzione, anche se neanche un anno dopo essersi iscritta al prestigioso Mount Holyoke Female Seminary del New England decide di abbandonare gli studi su sollecitazione anche del padre, perché non ha intenzione di professare pubblicamente la religione cristiana, come invece le viene richiesto in classe.

Continua quindi la sua formazione in casa, da sola, dove riceve in dono dal padre molti libri che lui, però, le prega di non leggere, per paura che le sue idee così lontane dalla sensibilità dell’epoca possano essere ulteriormente incoraggiate. Emily Dickinson, invece, non smette di appassionarsi alla lettura, e matura un gusto sempre più ispirato dalle opere di William Shakespeare (1564-1616), John Milton (1608-1674), Emily Brontë (1818-1848) e Charlotte Brontë (1816-1855).

Come se non bastasse, pur concedendosi qualche viaggio sporadico e qualche visita ad amici e parenti vicini di casa, Emily Dickinson sceglie in linea di massima di non allontanarsi dalla sua stanza, trasformando le mura domestiche nei limiti del suo mondo personale pur di non frequentare la Chiesa, di non sposarsi e di non dover intrattenere relazioni superficiali e di facciata con la società borghese del suo tempo.

L’immaginazione poetica

Nonostante i vestiti bianchi che indossa sempre in segno di purezza e la sua scelta di vivere all’insegna della solitudine e del raccoglimento (forse dovuta peraltro a dei problemi di salute e ad alcuni amori non corrisposti), Emily Dickinson – anziché spegnersi – sviluppa un’immaginazione sempre più fervida e una capacità di comporre versi che non la abbandona nemmeno durante le sue passeggiate nella natura, o fra le righe delle lettere che scrive ai suoi più fidati corrispondenti.

Al di là della sua famiglia, composta anche dal fratello Austin, dalla sorella Lavinia e dal cane Carlo, la poetessa intesse infatti dei rapporti stretti e sinceri con le persone del suo entourage che stima di più, nonché con alcuni personaggi di spicco del momento. Fra loro c’è senza dubbio Benjamin F. Newton, avvocato alle dipendenze di suo padre, che legge con entusiasmo i suoi componimenti e le fa avere numerosi consigli.

Entrata in contatto con lo scrittore e filosofo trascendalista Ralph Waldo Emerson (1803-1882), dalla cui visione viene molto influenzata, diventa inoltre amica del direttore dello Springfield Daily Republican Samuel Bowles (1826-1878), della poetessa Kate Anton Scott (1831-1917) e della scrittrice Helen Hunt Jackson (1830-1885), da cui riceve lodi e apprezzamenti per le poche poesie che si convince a sottoporre alla loro attenzione.

A segnare più di tutti la sua esistenza e la sua opera sono, però, Susan Gilbert, una donna brillante e sensibile che sposerà poi suo fratello Austin, e per la quale Emily Dickinson dichiara di provare un amore platonico paragonabile a quello fra Dante e Beatrice; il reverendo Charles Wadsworth, di cui la poetessa si innamora pur sapendo che l’uomo è già sposato e con figli; e il giudice Otis Phillips Lord, amico di famiglia che rimane vedovo e che vorrebbe sposarla, anche se a causa delle pressioni paterne la proposta viene rifiutata.

Questi incontri e le sensazioni che suscitano in Emily Dickinson si ritrovano in molti dei suoi versi, insieme al dolore per la scomparsa del padre, di Samuel Bowles, della madre, dell’amato nipotino Thomas Gilbert e del giudice Lord, che l’uno dopo l’altro lasciano un vuoto profondo nell’animo della poetessa fino alla sua stessa morte, avvenuta a causa di una malattia renale il 15 maggio 1886, quando la scrittrice ha 55 anni.

La complessità di Emily Dickinson

Quando, dopo il suo decesso, la sorella scopre in un cassetto della sua stanza un plico di fogli piegati e cuciti fra loro con ago e filo, viene improvvisamente alla luce la prolifica e sorprendente produzione di Emily Dickinson (si parla di quasi 1800 componimenti), a lungo contesa fra la sua famiglia natale e Susan Gilbert, con il risultato che solo nel 1955 esce la prima edizione critica di tutte le sue poesie a cura di Thomas H. Johnson, seguita nel 1998 da una revisione delle sue liriche a cura di Ralph W. Franklin.

Copertina del libro Poesie di Emily Dickinson

Se quindi, mentre era in vita, i componimenti di Emily Dickinson sono stati poco valorizzati e scoraggiati dall’essere pubblicati, in seguito la sua poetica è stata ammirata all’unanimità, pur suscitando molti dubbi per via della sua complessità. D’altronde, ci troviamo davanti a una scrittura che parla apparentemente di elementi semplici e quotidiani, o in altri casi di grandi temi come la morte, l’amore, la solitudine e il rapporto con la natura, con l’arte e con Dio, ma che per essere capita fino in fondo necessita di un occhio attento e sensibile.

Tanti sono, infatti, i riferimenti filosofici, i legami con i grandi eventi storici di quel periodo, le metafore che elabora, i rimandi alla letteratura inglese dei secoli precedenti e soprattutto le allusioni alle persone che Emily Dickinson ha conosciuto a tu per tu, ai sentimenti che ha provato per loro, alle delusioni o alle convinzioni che non l’hanno mai abbandonata.

Copertina del libro Che sia io la tua estate di Emily Dickinson

Tutto ciò concorre a renderla un’intellettuale dalla penna raffinata, capace di rompere certi schemi di rime per approdare a una composizione più moderna, caratterizzata spesso dalla presenza di lettere maiuscole e trattini. Fra i suoi versi più famosi, riportiamo qui in particolare una breve poesia sull’amore, una sulla scrittura, una sulla natura e una sull’esperienza della perdita, nella traduzione italiana di Giuseppe Ierolli:

Che l’Amore sia tutto quel che c’è

Che l’Amore sia tutto quel che c’è
È tutto ciò che sappiamo dell’Amore,
È abbastanza, il carico dev’essere
Proporzionato al solco.

Una parola è morta, quando è detta

Una parola è morta, quando è detta
Taluni dicono –
Io dico che invece inizia a vivere
Quel giorno

“Natura” è ciò che vediamo

“Natura” è ciò che vediamo –
La Collina – il Pomeriggio –
Lo Scoiattolo – l’Eclissi – il Bombo –
Di più – la Natura è Cielo –

“Natura” è ciò che udiamo –
Il Bobolink – il Mare –
Il Tuono – il Grillo –
Di più – la Natura è Armonia –

“Natura” è ciò che sappiamo –
Ma non abbiamo l’Arte di dire –
Così impotente è la nostra Sapienza
Di fronte alla Sua Sincerità –

Stringevo un Gioiello fra le dita

Stringevo un Gioiello fra le dita –
E mi addormentai –
Il giorno era caldo, e i venti erano monotoni –
Dissi: “Rimarrà” –

Mi svegliai – e sgridai le incolpevoli dita,
La Gemma se n’era andata –
E ora, la memoria di un’Ametista
È tutto ciò che ho –

Copertina del libro Tu fammi un disegno del sole di Emily Dickinson

Emily Dickinson oggi

Paragonata per l’importanza rivestita nel panorama americano allo scrittore Walt Whitman (1819-1892), e per la sua tecnica e capacità visionaria a William Blake (1757-1827), Emily Dickinson è ormai riconosciuta come una delle voci più significative e originali della poesia contemporanea, al punto da avere ispirato diverse trasposizioni cinematografiche, fra cui ricordiamo il biopic A Quiet Passion, diretto nel 2016 da Terence Davies, e la commedia Wild Nights with Emily, diretta nel 2018 da Madeleine Olnek.

Nel 2022 è diventata anche protagonista del volume per bambini Le parole hanno le ali (Rizzoli, traduzione di Beatrice Masini), scritto da Jennifer Berne e illustrato da Becca Stadtlander, nel quale la sua vita viene raccontata sotto forma di un’avventura fra le piccole e grandi scoperte di ogni giorno, mentre dal 2019 è disponibile su Apple+ la serie TV Dickinson, creata da Alena Smith.

Quest’ultima, in particolare, ha generato un intenso dibattito che ha visto contrapporsi chi ha ritenuto l’interpretazione di Hailee Steinfeld troppo moderna e impertinente e chi, invece, ha sostenuto che la figura di Emily Dickinson fosse effettivamente più ribelle e vivace di quanto sia stata dipinta per anni, apprezzando il taglio fresco e avvincente con cui si è cercato di far appassionare alla sua personalità le nuove generazioni.

Comunque la si pensi, una cosa è certa: l’interesse del pubblico e della critica nei confronti di Emily Dickinson rimane ancora oggi più vivo che mai, a dimostrazione del fatto che il suo talento innato, lo spessore dei suoi versi e la molteplicità dei temi che ha scelto di affrontare sono stati ormai riconosciuti a livello internazionale, e amati da migliaia di lettrici e di lettori di ogni età.

Fonte: www.illibraio.it