La vita è fatta di momenti imperfetti. Sono più i momenti imperfetti di quelli perfetti. Dato che quelli imperfetti durano anni e quelli perfetti lo spazio di un attimo.
Sedici anni fa ne stavo vivendo uno coi fiocchi, gli avevo dato un nome tanto non mi mollava più. Un lavoro che non mi gratificava, nessun cambiamento all’orizzonte, un’età di svolta in cui si dà per scontato che tu abbia messo qualche mattone importante. Avevo trent’anni suonati e la mia vita era in stallo totale.
Sono una malinconica, un’ipersensibile, una che rimugina all’infinito sulle cose, che si dà le colpe di tutto il genere umano e all’epoca non avevo una base stabile. Né economica, né emotiva. Ho sempre sofferto di non avere quelle belle radici solide, una passione che ti divora, lo scopo della vita, o anche il desiderio atavico di famiglia e figli.
Sono sempre stata un po’ bohemienne nel senso romantico del termine, di quelle che a un certo punto vorrebbero poter mollare tutto e trasferirsi in Nuova Zelanda, ma abbastanza vigliacche da non avere mai il coraggio di farlo. Così, in quell’ estate del 2002, torrida e appiccicosa come solo Firenze riesce a regalarti, mi sedetti a un vecchio computer di quelli col “testone” che ci mettevano mezzora ad accendersi e scrissi la storia che volevo rappresentasse la mia vita allora. Questa storia, scritta più per me che per un ipotetico pubblico, fu altamente terapeutica, e mi diede la possibilità di mettere nero su bianco le mie paure e prenderne distanza. Feci fare alla protagonista tutto quello che io non avevo il coraggio di fare, osare, correre rischi, dire quello che avevo sullo stomaco e cadere senza paura di sfracellarmi.
Quelle pagine si trasformarono poi in un romanzo di grande successo che segnò l’inizio di quella che in seguito è divenuta una carriera totalmente inaspettata e non programmata. E sono certa sia stata la mia fortuna: se avessi desiderato scrivere un libro da tutta la vita, è probabile che l’avrei vissuto con ansia e tensione. Incontrare invece questo dono sulla strada, con una maturità diversa mi ha permesso di accoglierlo con ironia e curiosità.
Un momento imperfetto, pieno di angoscia e dubbi sul futuro, fu la chiave di volta che mi permise di effettuare quel cambiamento che tanto mi terrorizzava e uscirne viva.
Da quel momento imperfetto ne sono seguiti moltissimi altri che hanno caratterizzato, ogni volta, un giro di boa importante, e che ho utilizzato per mettermi alla prova, usando il mio lavoro come specchio spesso doloroso che riflettesse le mie scelte e le mie paure. Ogni dolore, ogni speranza delusa, ogni caduta e ogni sorpresa, sono diventati l’ingrediente base delle storie successive, dove ho impastato pezzi di me con la realtà e la fantasia per creare nuove possibilità.
Perché niente è mai perfetto nelle nostre vite, e se lo fosse ci mancherebbe quella spinta necessaria a farci ambire al meglio, ed è proprio nell’ imperfezione che risiede il segreto della felicità.
L’INIZIATIVA SU FACEBOOK – Martedì 6 novembre, dalle ore 14, Federica Bosco sarà ospite della pagina Facebook de il Libraio per una video chat in diretta. Sarà il momento ideale per chiacchierare con l’autrice di emozioni e sentimenti, temi che trovano spesso spazio nei suoi libri. Naturalmente si parlerà anche del suo ultimo romanzo, Il nostro momento imperfetto. Preparate le vostre domande!
IL NUOVO LIBRO – Dopo il successo di Ci vediamo un giorno di questi (Garzanti) e di Mi dicevano che ero troppo sensibile (Vallardi), Federica Bosco (nella foto di Luca Brunetti, ndr) torna con Il nostro momento imperfetto, un romanzo che sfata il mito della perfezione per ridare vita alle scelte sbagliate, agli errori, alle cadute. Perché non c’è un tempo giusto o uno sbagliato per amare, perdonare, cambiare, vivere. C’è il tempo dettato da ognuno di noi con il suo personale e magico rintocco.
Fonte: www.illibraio.it