Il sonno e gli stati alterati di coscienza: un percorso di lettura per sognare a occhi aperti, e chiusi

di Stefano Risso | 14.03.2023

Celebrata con cadenza annuale nel venerdì antecedente l’equinozio di primavera, a far data dal 2018 la Giornata mondiale del Sonno focalizza l’attenzione sulla cultura del riposo in ogni suo aspetto e declinazione utile – dalle applicazioni per monitorare i ritmi circadiani alle malattie cardiometaboliche -, ricordandoci quanto una regolarità nei processi di sonno/veglia produca effetti positivi non soltanto sulla vita di ogni giorno, ma puranche su quella di ogni notte (quando una fase REM priva di interruzioni predispone alla dimensione onirica e ci facilita nel ricordare i sogni).

Ciò detto, e data per incontestata la definizione secondo cui il sonno è “una condizione temporanea e periodica di sospensione della coscienza”, quali sono gli altri stadi di alterazione psico-fisica in cui il nostro modo di relazionarci alla realtà appare diverso rispetto a quello ordinario di veglia?

In occasione della prossima edizione dell’evento che si terrà il 17 marzo con il titolo “il sonno è essenziale per la salute”, ecco una selezione letteraria ispirata ai principali stati di coscienza alterati (dalla meditazione all’innamoramento, dal sonnambulismo al coma) che, ce lo auguriamo, possa incuriosirvi come pure rilassarvi nel percorso.

Perché, camomille e ninnenanne a parte, non vi è null’altro al mondo che sappia conciliare il sonno meglio di un’ottima lettura…

Sogno o son desto: Alice attraverso lo specchio di Lewis Carroll

ALICE ATTRAVERSO LO SPECCHIO

Premesso che, come sostiene lo psicologo Charles T. Tart nel suo Stati di coscienza (Astrolabio), nessuno stato dell’essere può alfine considerarsi “normale”, è di certo nell’oscillazione Theta che il nostro approccio con il reale viene maggiormente messo in discussione; e ciò non soltanto perché durante il sogno ogni evento appare plausibile, ma soprattutto perché in colui che dorme si ingenera l’assoluto convincimento che ciò che sta immaginando sia vero.

Come accade, per esempio, alla piccola Alice attraverso lo specchio di Lewis Carroll (Garzanti, traduzione di Milli Graffi) la quale, dopo essersi assopita nell’abbrivo del romanzo, s’avventura nel riflesso dello specchio esplorando un mondo meraviglioso animato di scacchi e di altrettante straordinarietà; “E se smettesse di sognare di te, dove credi che saresti?”, chiede il gemellino Tuidledì alla più piccola delle sorelle Liddell, “Dove sono ora, naturalmente”, (…) “Niente affatto”, (…) “Non saresti in nessun luogo. Perché tu sei soltanto un qualche cosa dentro il suo sogno.”

A me gli occhi please: L’ipnotista di Lars Kepler

L'ipnotista. Black Edition

Fenomeno ancestrale inizialmente utilizzato per finalità ritualistiche o religiose, nel corso dell’ultimo trentennio la pratica dell’ipnosi si è venuta a consolidare quale strategia psicoanalitica per la comunicazione con l’inconscio e la ristrutturazione delle sue resistenze (ma solo se esercitata da professionisti abilitati, in ambito clinico e non). Nel concreto, attraverso la suggestione ipnotica viene indotto nel mesmerizzato uno stato di trance assimilabile a quello del sonno, ma da esso differente in quanto il paziente riesce comunque a comunicare con l’ipnotista e a seguire le sue indicazioni.

Moltissime sono le procedure utilizzate per provocare l’esperienza (dal movimento monotono del pendolo alla fissazione di un punto sul muro, dallo sguardo diretto magnetico al linguaggio vago e generico); fra queste, il medico “in pensione” Erik Maria Bark, protagonista del romanzo L’ipnotista di Lars Kepler – traduzione di Alessandro Bassini, Longanesi – rievoca la tecnica dell’ipnosi di gruppo per provare a rintracciare, fra i ricordi del passato, il possibile responsabile della sparizione di suo figlio Benjamin, un ragazzo emofiliaco imprigionato per vendetta e tenuto ostaggio nel portabagagli di una macchina. Primo capitolo della fortunata saga con il commissario finlandese Joona Linna, un thriller parapsicologico capace di privarci del respiro (ma, speriamo, non del sonno).

La chimica dell’innamoramento: The Love Hypothesis di Ali Hazelwood

the love hypothesis

Guardare il mondo con gli occhi a cuoricino, sembrerebbe questa la prerogativa principale del cosiddetto innamoramento, uno stato di coscienza alterato dalla durata circoscritta (si va dai 12 ai 18 mesi, sino a un massimo di 3 anni) che, una volta innescato, è in grado di predisporci verso reazioni sentimentali le più imbarazzanti e imprevedibili. Ossitocina, vasopressina e serotonina sono questi gli ormoni responsabili dell’attrazione; tanta pazienza e una buona dose di fortuna gli ulteriori ingredienti che permettono alla pulsione di stabilizzarsi in qualcosa di meno aleatorio (tipo la singletudine o una relazione affettiva a lungo termine). Solo una questione di chimica, dunque? Forse, ma allo stesso tempo una magia impossibile da sintetizzare in formula, come ci spiega Ali Hazelwood nel suo The Love Hypothesis (traduzione di Roberta Zuppet, Sperling & Kupfer) successo young-adult e campione di gradimento che, nel raccontarci il rapporto da-nemici-ad-amanti fra la dottoranda in biologia Olive Smith e il suo sexy professore Adam Carlsen, ci ricorda quanto le ipotesi, come pure i teoremi, non siano mai applicabili all’amore. Ma all’innamoramento, invece a quello sì.

Il coma profondo: La zona morta di Stephen King

Quasi un vero e proprio blackout nell’organizzazione della coscienza, durante lo stato di coma – dal greco kôma -atos, sonno profondo – ogni reazione agli stimoli esterni risulta senza termine inabilitata, tal ché il paziente appare addormentato e impossibilitato a relazionarsi con l’ambiente che lo circonda. In tal senso (e senza voler tralasciare i profili più drammatici della vicenda) è indubbio come sul tema si siano concentrate le più disparate considerazioni di carattere metafisico, specie quelle che ricercano, nel momento del risveglio, possibili risposte alle esperienze di pre-morte. Un po’ quello che accade a Johnny Smith, lo sfortunato protagonista de La zona morta di Stephen King (Pickwick, traduzione di Andrea Terzi) il quale, dopo essere finito in coma a seguito di un terribile incidente d’auto, si risveglia a distanza di quattro anni con l’incredibile opportunità di presagire il futuro a un semplice contatto con il mondo esterno. Un dono della quasi morte, verrebbe da dire, ma soprattutto una grande responsabilità per il malcapitato Johnny il quale, venuto a conoscenza della possibile ascesa di un politico senza scrupoli, deve scegliere se restare inerme o scommettere la propria vita pur di cambiare il destino. Dal romanzo, anche il famoso film del 1983 con Christopher Walken.

Il relax prima di tutto: Tre minuti al giorno per meditare di Christophe André

Tre minuti al giorno per meditare

Anche se in molti storceranno il naso nel definire quello meditativo uno stato di coscienza alterato, è fuori discussione come fra la meditazione e una buona qualità di sonno esista un nesso a dir poco consequenziale; prova ne sia che il principale ostacolo vieppiù riscontrato nelle sessioni di rilassamento è proprio quello di finire addormentati ancor prima di godere dei benefici della pratica. Ma, badate bene, il tutto potrebbe essere dovuto a motivi di mera inesperienza: se è pur vero che la meditazione influisce sul rallentamento delle onde cerebrali (lo stesso che peraltro avviene anche per mezzo delle sedute di ipnosi o durante il periodo del sogno), è anche indubbio come l’abitudine a meditare possa regalarci momenti di reale beatitudine, soprattutto quando lo stress corre e non abbiamo neppure il tempo da dedicare alla nostra lettura preferita. Per agevolarci nel compito, il delizioso prontuario di Christophe André – edito da Corbaccio nella traduzione di Lucia Corradini – ci propone quaranta spunti di riflessione per insegnarci come siano sufficienti Tre minuti al giorno per meditare al fine di migliorare l’umore e di riportare in equilibrio ogni parte di noi stessi. Più veloci di un pisolino.

A passeggio nella notte: Il sonnambulo di Sebastian Fitzek

Il sonnambulo di Sebastian Fitzek

Conosciuti in gergo tecnico con il termine di “parasonnie”, i disturbi del sonno – fra cui i risvegli improvvisi, il terrore notturno e la catalessi ipnagogica – sono stati di coscienza alterata che, con specifico riferimento al sonnambulismo, interessano fra l’1% e il 5% dell’intera popolazione mondiale. A esserne colpiti sono principalmente i bambini, sebbene episodi in età adulta possano verificarsi sia nelle ipotesi di privazione del sonno che nei periodi di prolungato stress emotivo. E se tante volte vi capitasse di incrociarvi con un sonnambulo, il consiglio è sempre quello di non ridestarlo a forza; l’impatto emozionale che ne scaturirebbe rischierebbe non soltanto di provocarne il ferimento, ma puranche di indurre nello stesso il compimento di azioni violente per ragioni di autodifesa. Lo stesso pericolo che potrebbe aver corso Leon, il protagonista del thriller psicologico Il Sonnambulo di Sebastian Fitzek (traduzione di Enrico Ganni, Einaudi) il quale, successivamente alla scomparsa della moglie Natalie, inizia a interrogarsi se l’allontanamento della donna non possa avere a che fare con quella diagnosi di sonnambulismo che credeva relegata nel passato della sua adolescenza. Per fugare ogni dubbio, Leon decide dunque di installare una videocamera a registrazione continua nell’appartamento in cui i due hanno convissuto… da leggere (e visionare) h24, anche a luce spenta.

Un mondo arcobaleno: Le porte della percezione di Aldous Huxley

Le porte della percezione di Aldos Huxley

Come confermato dalle neuroscienze, il passaggio a uno stato alterato di coscienza può verificarsi tanto per circostanze naturali quanto essere indotto per effetto di traumi o di particolari alimenti. È questo il caso dell’alterazione psichedelica, uno stato relativo di funzionamento mentale in cui la percezione di ciò che ci circonda viene modificata tramite il consumo di sostanze allucinogene, vale a dire quei complessi chimici in grado di interferire con la nostra sfera sensoriale ed emotiva provocandone la distorsione. Di queste, particolarmente interessante è lo studio condotto nel 1953 dallo scrittore Aldous Huxley in persona sul principio attivo della mescalina, un allucinogeno di provenienza amerindiana la cui assunzione, se disciplinata secondo uno specifico dosaggio, spalancherebbe Le porte della percezione (traduzione di Lidia Sautto, Mondadori) a una nuova essenza delle cose, libera da razionalismi e preconcetti culturali. “Presi la pillola alle undici”, ci spiega l’autore nelle prime pagine del testo, “Un’ora e mezzo dopo ero seduto nel mio studio, guardando fisso un piccolo vaso di cristallo. (…) Vedevo ciò che Adamo aveva visto la mattina della sua creazione: il miracolo, momento per momento, dell’esistenza nuda”. Un trattato da approcciare con la mente aperta, senza alcun tipo di controindicazione.

Per concludere, e se ancora vi trovaste nello stato ordinario di veglia (vigile e consapevole), vi ricordiamo come, in occasione dell’evento, i principali esperti italiani di Medicina del Sonno si alterneranno per tutto il giorno con una maratona online gratuita dedicata alla promozione del sonno e ai trattamenti più efficaci per ridurne i disturbi. Nessuna giustificazione per non partecipare, dunque, se non quella di una sana dormita.

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Fonte: www.illibraio.it