Kristin Harmel: “Abbiamo il diritto e la responsabilità di essere felici”

di Redazione Il Libraio | 13.11.2015

Kristin Harmel, già autrice di  Finché le stelle saranno in cielo, è tornata in in libreria per Garzanti con Quando all’alba saremo vicini. La trama del romanzo? È quasi sera, l’aria è tiepida e le sfavillanti luci della quarantottesima strada si stanno accendendo una per una. A Kate sembra quasi che stiano indicando il percorso del suo cammino. Non le manca proprio niente per essere felice: ama il suo lavoro di musicoterapeuta e, a casa, il suo compagno Dan la sta aspettando per portarla alla grande festa che ha organizzato per festeggiare il loro fidanzamento. Ma anche se non riesce a confessarlo nemmeno a se stessa, Kate non ha ancora superato il dolore che si nasconde nel suo passato: dodici anni prima l’uomo che amava più di tutti al mondo, Patrick, suo marito, se n’era andato all’improvviso, proprio prima di confidarle un segreto che avrebbe cambiato la loro vita. Kate non è mai riuscita a capire di cosa si trattasse. Eppure adesso, quando tutto sembra lontano, Patrick inizia ad apparirle in sogno. È insieme a una bambina, e stanno cercando di dirle qualcosa. All’inizio Kate crede sia solo un incubo. Ma quando, durante una lezione di musicoterapia, incontra una bambina, identica a quella del sogno, capisce di non potere più ignorare il passato. Perché negli occhi di quella bambina si nasconde una rivelazione sconvolgente, un segreto lontano, forse lo stesso che Patrick avrebbe voluto rivelarle anni prima…

In occasione di Bookcity Milano 2015, l’abbiamo intervistata.

Kristin Harmel, la protagonista del suo nuovo romanzo è una donna che sta cercando di ricostruire la sua vita, ma i suoi sogni la spingono a ripensare al passato.
“Kate è una donna in difficoltà. Dopo la scomparsa del suo grande amore, Patrick, sta con un uomo che non ama. Si è convinta che il suo nuovo fidanzato sia la persona giusta, ma la sua anima gemella rimane Patrick. Spesso succede: ci autoconvinciamo e la volontà di trovare l’uomo prefetto fa trascurare i particolari importanti”.

Anche gli amici la spingono a credere di aver trovato la persona giusta.
“Spesso, non in malafede, gli amici vorrebbero solo smettere di preoccuparsi per noi, sapere che stiamo bene. Vogliono il meglio, ma solo noi sappiamo qual è il meglio per noi”.

Ma Kate sogna davvero? O si tratta di una specie di realtà parallela?
“Kate è anestetizzata. Si è chiusa nel suo cuore dopo la morte di Patrick. Questo perché lo vuole mantenere immutato e perfetto e ciò la trattiene dall’amare ancora. Come faceva Rose, la protagonista di Finché le stelle saranno in cielo. Ma nei suoi sogni Patrick ricomincia a essere umano. Questi sogni le fanno provare nostalgia per la vita che lei avrebbe dovuto avere. Questa vita inizia a sovrapporsi a quella reale. Finché Kate capisce che la felicità che avrebbe provato nella vita, che avrebbe dovuto avere, la può provare anche nella vita reale”.

Ricorda un po’ Sliding Doors
“Infatti è il mio film preferito! Mi piace molto l’idea che ci sia un momento che può cambiare la vita. Ma alla fine siamo noi che la costruiamo veramente”.

Quindi ognuno di noi può rendere felice la propria vita?
“Noi abbiamo il diritto e la responsabilità di scegliere la felicità”.

Quanto siamo responsabili della nostra felicità e quanto invece siamo sottoposti ai casi della vita?
“Secondo me, in generale abbiamo il controllo della nostra felicità. Ovviamente ci sono avvenimenti imprevedibili, tragedie che prescindono da noi. Ma nella vita quotidiana si può scegliere che prospettiva avere: prendere le cose con leggerezza o essere negativi su tutto”.

I sogni fanno venire a Kate un desiderio di maternità che non pensava più di avere, visto che è vicina ai quarant’anni.
“In America, quando hai passato i quarant’anni, tutti cominciano a chiederti come mai non hai figli. Tutti vogliono sindacare sulle tue scelte riproduttive, il che è molto triste. Eppure nessuno tiene conto che esistono altre strade, ci possono essere scelte alternative. Però noto che ultimamente, forse per il cambio di generazione, chi è genitore non guarda più con superiorità chi non lo è”.

Questo è un libro che contiene un dolore, ma è anche pieno di speranza. Cosa vuole comunicare ai suoi lettori?
“Direi che vorrei che passasse il messaggio che abbiamo il diritto e la responsabilità di essere felici. E per far questo bisogna essere sinceri e onesti, anche facendo scelte scomode, se necessario. Per scegliere la felicità si deve essere onesti. Prima di tutto con noi stessi”.

Fonte: www.illibraio.it