L’amore nella letteratura russa: un viaggio fra i grandi classici

di Eva Luna Mascolino | 13.02.2024

“L’amore si oppone alla morte. L’amore è vita. Tutto, tutto quello che io comprendo, lo comprendo perché amo“: con queste parole, in Guerra e pace (Garzanti, traduzione di Pietro Zveteremich), il grande scrittore russo Lev Nikolaevič Tolstoj (1828-1910) definiva uno dei sentimenti più ancestrali e misteriosi della natura umana.

Uno slancio spontaneo e totalizzante che ci spinge d’un tratto ad avvicinarci a un altro, a volerlo conoscere, appagare e avere vicino. A entrare con lui in intimità, o anche solo a desiderare che una dimensione condivisa e quotidiana possa prima o poi concretizzarsi.

Copertina del libro Guerra e pace di Lev Tolstoj

A sviscerarne le sfaccettature, così diverse fra loro ma dal respiro sempre universale, sono stati – insieme a Tolstoj – tanti altri suoi illustri connazionali, che con le loro storie ispirate e struggenti hanno descritto i possibili risvolti dell’amore dentro e fuori dalle pagine di un libro.

Da Evgenij Onegin a Le notti bianche, fino ad arrivare ad Anna Karenina, a Il dottor Živago e a Il Maestro e Margherita, partiamo quindi per un viaggio alla scoperta di alcune delle storie d’amore più belle della letteratura russa di tutti i tempi…

Onegin e Tat’jana: il sospirato amore di chi si rincorre

Copertina del libro Evgenij Onegin di Aleksandr Sergeevic Puskin

Una delle storie d’amore più toccanti si deve al noto poeta Aleksandr Sergeevič Puškin (1799-1837), considerato il padre della lingua russa. Protagonista del romanzo in versi Evgenij Onegin (Mondadori, traduzione di Giuseppe Ghini) è un omonimo e ozioso dandy, innamorato della giovane Tat’jana.

In realtà, il rapporto con quest’ultima è caratterizzato da un tragico tempismo: prima è infatti Tat’jana a provare qualcosa per lui, anni dopo è Onegin a ravvedersi sul suo conto, in un continuo rincorrersi senza trovarsi, desiderarsi senza potersi avere, rimpiangersi quando è troppo tardi, o peggio ancora aspettarsi invano.

Una storia travagliata che – da questo punto di vista – ricorda in parte l’amore fra Lizzy e Darcy in Orgoglio e Pregiudizio di Jane Austen, ma che si concentra ancor più del romanzo inglese sull’espressività dell’animo umano, con le sue contraddizioni e i suoi mutamenti, con i suoi tormenti e le sue speranze più segrete, fino ad arrivare all’ultimo e sospirato incontro fra i due infelici innamorati…

Il sognatore e Nasten’ka: un amore lungo il tempo di una notte

Copertina del libro Le notti bianche di Fëdor Dostoevskij

Proseguiamo con il più conosciuto racconto giovanile di Fëdor Michailovič Dostoevskij (1821-1881), scritto nell’autunno del 1848: parliamo de Le notti bianche (Garzanti, traduzione di Luigi Vittorio Nadai), gioiellino letterario di una cinquantina di pagine che al suo interno racchiude tuttavia una delle parabole più autentiche sull’amore.

Il sognatore, personaggio principale dell’opera, conosce infatti la bella Nasten’ka durante le solitarie passeggiate notturne che fa nel cuore di Pietroburgo, e la ama senza essere corrisposto per un tempo che percepisce infinito, dilatatissimo, finché per un attimo non si illude di poter passare la vita accanto a lei.

Ma Nasten’ka, che in realtà è innamorata di un altro e teme di averlo perso per sempre, dopo una notte di progetti e promesse inebrianti torna alla sua vecchia vita, lasciando al nostro l’unica – benché amara – consolazione concessa all’essere umano: quella di aver conosciuto il più nobile dei sentimenti, e di averlo trascorso per un istante con l’oggetto del suo desiderio.

Anna Karenina: un vero e proprio caleidoscopio dell’amore

Copertina del libro Anna Karenina di Lev Tolstoj

Inevitabilmente, quando si menziona Anna Karenina (Garzanti, traduzione di Pietro Zveteremich), capolavoro di Lev Nikolaevič Tolstoj (1828-1910), la prima coppia a cui si pensa è quella formata dalla protagonista e dall’uomo per cui – seppur sposata – si innamora perdutamente, ovvero l’affascinante Aleksej K. Vronskij.

La loro, in effetti, è una storia d’amore lirica e conturbante, ma non è l’unica proposta in questa sede dall’autore – a cominciare dalla relazione fra Anna e il marito Karenin, in cui una tiepida stima reciproca si trasforma in dolore e rancore, fino ad arrivare alla relazione turbolenta, pizzicata e non sempre armonica fra Dolly e Stepan.

Ma, soprattutto, a spiccare è l’amore quasi ideale, idilliaco e però non privo di ostacoli incarnato da Kitty e Lëvin, capaci di imparare dai propri errori amandosi con fiducia, equilibrio e bontà: ai due Tolstoj si ispira come modello di comportamento positivo, regalandoci – nel parlarci dei loro alti e bassi – alcuni fra i passaggi più delicati e commoventi che abbia mai scritto.

Živago e Lara: un amore che supera gli anni e la distanza

Copertina del libro Il dottor Zivago di Boris Pasternak

Veniamo ora al travolgente romanzo Il dottor Živago (Feltrinelli, traduzione di Serena Prina), firmato Boris Leonidovič Pasternak (1890-1960) e che valse all’autore l’assegnazione del Premio Nobel per la Letteratura nel 1958, anche se la censura gli impose di fatto di rinunciare a raggiungere Stoccolma per la cerimonia ufficiale.

Il testo, che vede sullo sfondo la Rivoluzione d’ottobre e la guerra civile che ne scaturì, segue le alterne vicende del medico e poeta Jurij Andreevič Živago, che pur essendo sposato con la cugina Tonia arde d’amore per la crocerossina Lara Antipov, incontrata casualmente al fronte.

I due rimangono per anni separati, senza vedersi né sapere niente l’uno dell’altra, eppure il fuoco dei loro sentimenti è destinato a bruciare a lungo, e ben oltre il conflitto bellico: fino alla fine dei suoi giorni, infatti, Živago non potrà fare a meno di sentirsi legato a Lara, che – come ogni passione di gioventù – lascerà una traccia indimenticabile e malinconica nel suo animo.

Il Maestro e Margherita: il ritratto dell’amore sublimato

Copertina del libro Il Maestro e Margherita di Michail Bulgakov

E concludiamo con uno dei romanzi più importanti del periodo sovietico, Il Maestro e Margherita (Garzanti, traduzione di Emanuela Guercetti) di Michail Afanas’evič Bulgakov (1891-1940): una storia perturbante, assurda, con dei tratti grotteschi e al tempo stesso realistici, vista la denuncia sociale che l’autore inserisce fra le righe.

In questo romanzo-mondo, che ci presenta personaggi inverosimili, o in altri casi storici e addirittura sacri, a emergere è in particolare il rapporto fuori dagli schemi che intessono proprio il Maestro e Margherita: lui è un drammaturgo inviso al regime, rinchiuso in un ospedale psichiatrico, lei una donna sposata ma innamorata del protagonista.

Il loro è un sentimento che trascende il tempo e lo spazio, fatto di parole e di versi più che di corpi che si uniscono, ma che nonostante questo ci sembra profondo, reale e coinvolgente, anche se come ogni amore sublimato non può che compiersi al di là della vita, al di fuori della società, in una dimensione in cui le leggi del cuore non entrano in conflitto con le ingiuste leggi degli uomini…

Fonte: www.illibraio.it