Letteratura a corte: un percorso di lettura

di Stefano Risso | 12.06.2024

Che si venga convocati al Gran Consiglio o se invece sulle note di un Gran Ballo, accettare un invito a corte è comunque un’esperienza emozionante; circostanza (la favorita) tanto per complottare di politica quanto per intrigare sotto le lenzuola, il ritrovo di madame e gentiluomini ci racconta così bene a proposito della seduzione – e del corteggiamento, e del tradimento – da rendere pressoché nullo ogni tentativo di sottrarsi al suo richiamo.

Non a caso – e TikTok ce lo conferma – sembra permanere verso la letteratura cortese una curiosità notevole, anche da parte delle nuove generazioni di lettrici e lettori; e ciò non soltanto per il glamour che da sempre contraddistingue il ricevimento in pompa magna (dagli abiti eleganti ai banchetti luculliani) ma puranche per i moltissimi segreti che ci vengono svelati circa le abitudini “reali” delle famiglie aristocratiche (soprattutto quelle meno istituzionali).

Con un approccio in evoluzione che vede il romanzo storico adattarsi a una moltitudine di generi e sottogeneri narrativi (anche contemporanei, come il “bromance” o il “regency“) ecco quindi una selezione di titoli, tutti insigniti “a palazzo”, che ci faranno partecipare alle corti nobiliari quasi fossimo noi stessi gli ospiti di un gala durato secoli.

E allora, che le danze abbiano inizio!

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Vita Nuova di Dante Alighieri, il primo amor “cortese” non si scorda mai

La copertina della raccolta di sonetti Vita nuova di Dante Alighieri

Impossibile introdurci alla letteratura di corte senza prima accennare alla sua visione cavalleresca (quella dell’amor cortese); ispirato ai canoni medievali che vedevano nell’accordo di vassallaggio il migliore esempio di relazione cui aspirare, il legame di fedeltà condiviso fra una dama e il suo servitore diviene il paradigma narrativo di una quantità di poemi – e romanzi – tutti volti ad esaltare il lato “nobile” della relazione. Fra i tanti (specie di derivazione francese), è con la sua raccolta di sonetti Vita Nuova (Garzanti) che il giovane Dante Alighieri tramanda alla leggenda il proprio innamoramento verso l’angelicata Beatrice; figlia di un rinomato banchiere (Portinari) e deceduta ancora giovane per cause non del tutto accertate, pur non discendendo da un lignaggio nobile la Musa per antonomasia è per il poeta “Regina de le virtudi”, sicché al suo corteggiamento Dante dedicherà l’intera vita (se non anche l’Inferno, il Purgatorio e il Paradiso).

La corona d’inverno di Elizabeth Chadwick, le due corti di Eleonora di Aquitania

La corona d'inverno. Il romanzo di Eleonora di Aquitania, questa la copertina

Dapprima sposa al re di Francia e poi invece regina consorte d’Inghilterra, la duchessa Eleonora di Aquitania rappresentò per le sue (due) corti un vero e proprio esempio di avanguardia medievale; raffinata scrittrice e mecenate di numerosi intellettuali, è proprio a causa delle sue scelte progressiste che la donna si è distinta quale antesignana dell’emancipazione femminile. Così come ce la racconta Elizabeth Chadwick nel suo La corona d’inverno (Tea, traduzione di Ilaria Katerinov); reduce dall’annullamento del primo matrimonio e annoiata nel suo ruolo marginale di moglie-e-madre-di, quando il nuovo marito Enrico II Plantageneto ne tradirà la fiducia dimostrandosi incapace di ogni forma di condivisione (anche fosse coi suoi soli eredi), la coraggiosa Eleonora sobillerà nei suoi confronti un vero e proprio colpo di stato, lo stesso che la destinerà tanto alla prigionia quanto a un ruolo apicale durante il regno del figlio, Riccardo Cuor di Leone.

Le gesta di re Artù e dei suoi nobili cavalieri di John Steinbeck, una corte fantastica

Le gesta di Re Artù di John Steinbeck, questa è la copertina

Delle tante corti letterarie, quella di Re Artù è di certo la più famosa; situata nel reame di Camelot e frequentata dai cavalieri della Tavola Rotonda, il mitologico convivio simbolo dell’uguaglianza cavalleresca è stato negli anni oggetto di molteplici trasposizioni, alcune delle quali nulla meno che fantastiche. Tipo quella – rimasta incompiuta – dell’autore (Premio Nobel per la letteratura) John Steinbeck che, con l’obiettivo di valorizzare il capolavoro di Thomas Malory Le Morte d’Arthur, ci propone una sintesi del ciclo arturiano attraverso le sette storie che compongono il suo Le gesta di re Artù e dei suoi nobili cavalieri (Bompiani, traduzione di Bruno Oddera). Co-protagonisti, ancora una volta, i vari personaggi che circondano il coraggioso monarca: dal prode Sir Balin (il cavaliere con le due spade), alla sorellastra Morgana (che tenta più volte di porre fine alla sua vita).

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Alla corte dei Borgia di Jeanne Kalogridis, i parenti/serpenti di Sancia d’Aragona

La copertina di Alla corte dei Borgia di Jeanne Kalogridis

Casata nobiliare di provenienza spagnola, quando i Borgia arrivarono a Roma (con l’elezione a pontefice del cardinale Callisto III) la fama che li precedette fu oltremodo negativa. Dei vari scandali a palazzo che ne caratterizzarono l’impero (incesti, omicidi, cospirazioni), Alla corte dei Borgia di Jeanne Kalogridis – Tea, traduzione di Maria Visentin – si concentra in particolare su quelli vissuti dalla valorosa Sancia d’Aragona, erede al trono di Napoli e quindi promessa in sposa a Goffredo Borgia, figlio (illegittimo) del Papa (impostore) Alessandro VI. Immancabile, nella narrazione, la figura di Lucrezia Borgia: cugina acquisita di Sancia ed esperta conoscitrice di veleni, l’ammaliante principessa di Salerno arricchisce il romanzo di quel pizzico di cantarella che non guasta mai alla lettura, ma di certo rovina l’appetito (specie quello dei commensali quando ne avessero assaggiato anche solo un boccone).

La sarta di corte di Lucy Jago, nel castello di Giacomo I l’eleganza è d’obbligo

Il romanzo di Lucy Lago La sarta di corte, ecco la copertina

Quando l’esperta di erbe Anne Turner viene inviata al castello di Giacomo I per curare le ferite alla schiena di Frances Howard, contessa di Essex, fra le donne scaturisce un profondo legame di amicizia. Ingegnosa stilista la prima (ha inventato un colorante giallo con cui tingere meravigliosi abiti), solitaria aristocratica la seconda (il marito è un sadico che ne determina la depressione), grazie ai consigli de La sarta di corte – di Lucy Lago per Mondadori, traduzione di Maria Carla Dallavalle – la giovane “Frankie” recupera la perduta autostima, frequentando gli impegni a palazzo come ci si aspetta da un’elegante nobildonna. Ciò detto, su chi ricadrà la colpa quando l’affascinante Sir Robert Carr inizierà a corteggiare la giovane contessa, alfine consapevole che una vita più felice se la merita anche lei? Con un epilogo drammatico che mai avremmo voluto leggere (ma che purtroppo si basa sulla verità dell’accaduto) un romanzo storico sulla solidarietà femminile (che porta altresì un monito circa gli orrori del patriarcato).

Caterina. Una principessa tra amore e potere di Susan Hastings, il brutto anatroccolo diventato zarina

Il romanzo su Caterina II di Russia di Susan Hastings, qui la copertina

Tra l’altro un modo utile per riflettere meglio di politica contemporanea, Caterina. Una principessa tra amore e potere di Susan Hastings, (Piemme, traduzione di Maria Pia Smiths-Jacob) ci conduce nel ‘700 orientale alla corte di Caterina II, zarina “La Grande” e imperatrice “di tutte le Russie”. Nonostante non fosse di sangue Romanov (prima di andare in sposa a Pietro III, il “brutto anatroccolo” viveva nel Regno di Prussia, sotto il nome di Sofia) la reggente illuminista fece di tutto per sentirsi integrata a corte, dedicandosi alla lingua russa e convertendosi al cristianesimo ortodosso. Sul suo trono non si dimenticano pettegolezzi e dicerie; complice un rapporto troppo spento con un marito che non le seppe tener testa, Caterina II scandalizzò l’opinione pubblica grazie a una lista di uomini di potere (tra cui l’amato Grigori Potemkin) che le valsero il titolo di “degustatrice di amanti”. 

Vampyria. La Corte delle Tenebre di Victor Dixen, il lato oscuro di Versailles

Vampyria, il primo romanzo di una saga a corte di Victor Dixen

Se invece che Re Sole, Luigi XIV di Borbone fosse stato proclamato il Re delle Tenebre, allora il suo regno non si sarebbe potuto che chiamare Vampyria. La corte delle Tenebre (Salani); esempio di fantastoria (non troppo distante dalla realtà) ove un non-uomo solo al potere si insidia nella reggia di Versailles relegando al terrore le nazioni di un continente intero, il romanzo di Victor Dixen (traduzione di Tiziana Camerani, Viviana Sebastio, Daniela Almansi) ci racconta di un passato alternativo in cui il Male la fa da padrone e la speranza è ormai defunta da un bel pezzo. Tutto questo fino al giorno in cui (sono già trascorsi tre secoli) un’ambiziosa ragazzina di nome Jeanne non decide di rovesciarne il trono; è infatti questa l’avventura di una popolana sotto false vesti (di damigella) intenzionata a penetrare a corte per così vendicare la morte dei propri genitori, anche loro dissanguati dal vampiro. Un intrigante new-adult di stampo horror, ma solo il primo di una lunga trilogia (La corte dei miracoli e La corte degli uragani i successivi, ancora inediti in Italia). 

Belgravia di Julian Fellowes, tutti pazzi per i regency

Belgravia di Julian Fellowes, una saga regency

Passione romance? Se l’età della reggenza vi fa battere il cuore, allora non potrete che apprezzare il preludio della saga di Belgravia di Julian Fellowes (Neri Pozza, traduzione di Simona Fefè); quando il ballo della duchessa di Richmond viene interrotto dalla notizia di uno sconfinamento da parte delle truppe francesi, uno stuolo di ufficiali in gran spolvero viene chiamato a ingrossare le file dell’esercito britannico. Fra questi, anche l’aristocratico Lord Bellasis; costretto suo malgrado a salutare l’affascinante Sophia Trenchard – e non che la loro relazione sia ben vista – chissà se il loro amore saprà vincere il conflitto o se invece finirà per il gaudio delle malelingue (che ne criticano le differenze sociali). Per scoprirlo, basterà attendere venticinque anni e la fondazione di Belgravia, un quartiere della Londra pre-vittoriana costruito dal padre di Sophia e che sorge proprio a un passo dalla dimora dei Brockenhusrt, i genitori di Edmund…

 

La sovrana lettrice di Alan Bennet, tanti libri alla corte dei Windsor

Questa è la copertina de La sovrana lettrice di Alan Bennett

Se si parla di corti letterarie, nessuna sa reggere (o leggere) il confronto con il casato dei Windsor; firma-copie seriali nelle classifiche di tutto il mondo, i reali d’Inghilterra hanno saputo deliziarci, nel corso degli anni, con casi editoriali del calibro dell’autobiografia di Diana. La vera storia dalle sue parole (di Andrew Morton, Bur) o del recente Spare. Il minore (sulla vita a castello del principino Harry, Mondadori). Ma a chi si deve cotanta passione per la lettura? Forse alla defunta Elisabetta II: anche soprannominata La sovrana lettrice (Adelphi, traduzione di Monica Pavani), Alan Bennett s’immagina la compianta Regina interessarsi ai romanzi con tutto il british humor che solo la corona inglese sa donarci; “Tutto bene, vecchia mia?” le domanda il coniuge Filippo mentre la moglie sfoglia un romanzo della Mitford, “Certo, sto leggendo” (…) “E il duca se ne andò scuotendo la testa”. Perché la Royal family non finisce mai di stupirci.

The Bromance book club di Lyssa Kay Adams, imparare dalla corte a corteggiare

The bromance book club di Lyssa Kay Adams, il primo volume di una saga

Insomma, e per concludere, riscoprire la letteratura nobiliare è un consiglio certamente da seguire: ci appassiona senza mai tediarci e ci suggerisce il giusto comportamento da tenere in ogni situazione utile, anche la più tesa. Tipo un rapporto di coppia che rischia di collassare; non a caso, nel nuovo The Bromance book club di Lyssa Kay Adams (Mondadori, traduzione di Paola Monica) un gruppo di maschi alpha si affida alla lettura di un ipotetico romanzo rosa, Alla corte della contessa, per riscoprire l’arte del corteggiamento e aiutare quindi il protagonista Gavin Scott (fuoriclasse del baseball ma senza classe quando si tratta di donne) a salvare il proprio matrimonio dal divorzio. Perché danzare in una relazione a due (o più) richiede eleganza, diplomazia e tanta, tantissima cortesia. E allora, non dimenticatevi l’inchino!

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Fonte: www.illibraio.it