Caratteristiche dei libri horror
I libri horror appartengono da secoli a un genere letterario apprezzato soprattutto da chi ama provare emozioni forti, e puntano ad associare situazioni della vita quotidiana ad atmosfere da brivido, in grado di risvegliare le paure più profonde dell’animo umano.
Ecco perché, fra i tratti ricorrenti nei romanzi e nei racconti di questo tipo, figurano spesso ambientazioni notturne, cupe o isolate, accompagnate da descrizioni che ne enfatizzino gli elementi di decadenza e la sensazione di claustrofobia: cimiteri, ospedali e case diroccate, ma anche campagne, ascensori, vicoletti o sotterranei, a seconda del periodo storico e dei luoghi in cui si svolge la storia.
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Il clima di tensione evocato dal setting dei libri horror viene inoltre arricchito da un ritmo sostenuto e denso di suspense, i cui temi principali ruotano intorno alla morte, al male, al dolore, a sinistre profezie o a casi di possessione, mentre non di rado si fa esperienza di incubi, visioni o incontri sovrannaturali.
Il tutto, come se non bastasse, si svolge solitamente a contatto con personaggi terrificanti, le cui peculiarità vengono descritte nei minimi dettagli: si va dai fantasmi alle streghe, dai vampiri ai mostri, passando per lupi mannari, zombie, demoni, mummie o addirittura extraterrestri, in base ai sottogeneri a cui appartengono i libri horror in questione.
Cenni storici sui libri horror
Se, come abbiamo appena visto, individuare le caratteristiche dei libri horror pone di solito poche difficoltà, risalire alle sue origini è invece una faccenda ben più complessa. Alcuni suoi tòpos erano infatti presenti già nella letteratura dell’antica Grecia, per non parlare del fatto che mostri e creature fantastiche non erano certo assenti nella produzione europea e mondiale di epoca moderna.
Eppure, la nascita del genere horror per come lo intendiamo oggi si fa risalire per convenzione agli inizi del XIX secolo, quando l’interesse per il sovrannaturale e per il mistico è tornato a solleticare l’immaginazione di romanzieri e poeti vicini alla corrente del Romanticismo.
Dopotutto, si trattava di un periodo in cui l’unica reazione possibile alla civiltà illuminista e razionalizzante del Settecento sembrava proprio quella della narrativa della paura, capace di ridare voce agli istinti più viscerali e raccapriccianti: è così che si è sviluppato non a caso il romanzo gotico, precursore dei libri horror e inizialmente praticato per lo più in Inghilterra e in Italia.
Molte, di conseguenza, sono le opere a cavallo fra l’uno e l’altro filone, a partire da Il castello di Otranto (Newton Compton, traduzione di Mario Prayer) di Horace Walpole (1717-1797) o da Romanzo siciliano (Beat, traduzione di Rita Bernini) di Ann Radcliffe (1764-1823), fino ad arrivare a Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde di Robert Louis Stevenson (1850-1894) o a Il giro di vite (Garzanti, traduzione di Elio Maraone) di Henry James (1843-1916).
Secondo diversi studiosi, comunque, l’anello di congiunzione tra i libri gotici e i libri horror sarebbe rappresentato da Edgar Allan Poe (1809-1849), ritenuto da molti il padre della letteratura dell’orrore proprio perché capace di concentrare per la prima volta l’attenzione sull’angoscia e su tutte le sue conseguenze psicologiche.
Il pubblico del suo tempo fu infatti impressionato da tante delle storie confluite poi nei Racconti del mistero, fantastici e grotteschi (Garzanti, traduzione di Gabriele Baldini e di Luciana Pozzi), rendendo celebri fino ai giorni nostri titoli quali Il cuore rivelatore, Il gatto nero, La maschera della morte rossa, Il pozzo e il pendolo, Il ritratto ovale, Il crollo della Casa degli Usher o Il seppellimento prematuro.
Libri horror da leggere
Al di là degli esempi già citati, dall’Ottocento in poi i libri horror hanno continuato a proliferare, riscontrando sempre più attenzione da parte di lettori e lettrici di ogni età, e sviluppando nel corso dei decenni peculiarità via via più moderne e sfaccettate.
Nella selezione di classici da leggere proposta qui di seguito, che non pretende di essere esaustiva e le cui opere sono presentate in ordine di prima pubblicazione, abbiamo quindi deciso di presentarvi alcuni fra i classici dei libri horror più conosciuti e apprezzati, dai quali prendere spunto per conoscere meglio questo conturbante genere letterario.
Frankenstein
Con Frankenstein (Garzanti, traduzione di Maria Paola Saci e Fabio Troncarelli) di Mary Shelley (1797-1851) ci troviamo nel terreno del mostruoso, grazie alla storia di un novello Prometeo rimasta impressa nell’immaginario collettivo di gran parte dell’Occidente: uno scienziato convinto di poter assemblare dei pezzi di cadavere per ridare loro la vita, infatti, è costretto a constatare il fallimento della sua ambizione nel momento in cui la creatura da lui creata si rivela ripugnante e pericolosa, mettendo a repentaglio la vita di molte persone.
La casa dei sette abbaini
La casa dei sette abbaini (il Saggiatore, traduzione di Mario Manzari) di Nathaniel Hawthorne (1804-1864) è invece uno di quei libri horror sul cui sfondo pesa l’ombra di una maledizione. Il vecchio colonnello Pyncheon ha infatti edificato l’omonima dimora su un terreno inizialmente di proprietà ai Maule, ma il cui proprietario era stato condannato per stregoneria. Peccato che i discendenti del colonnello, anni dopo, facciano di tutto per distaccarsi da quell’eredità sinistra, dal momento che chiede a ogni nuova generazione un lugubre tributo…
Dracula
Dracula (qui nell’edizione Newton Compton, con la traduzione di Paola Faini) di Bram Stoker (1847-1912), dal canto suo, è uno dei modelli dei libri horror sui vampiri. Nello specifico, ci trasporta in un castello della Transilvania dove il Conte Dracula, da gentiluomo quale sembra, si rivela un vampiro che sfruttando i suoi poteri e la sua sete di sangue tenta di portare a compimento un piano diabolico, a meno che non venga fermato dalle poche persone al corrente della sua vera natura, e ancora in tempo per salvare dalle sue grinfie la giovane Lucy.
Il fantasma dell’Opera
Veniamo ora a uno dei libri horror del quale si sono avvicendate più trasposizioni cinematografiche, Il fantasma dell’Opera (Newton Compton, traduzione di Maurizio Grasso) di Gaston Leroux (1868-1927), che racconta la tetra storia d’amore fra Christine ed Erik. La prima è una giovane e inesperta soprano, mentre il secondo è un uomo dall’aspetto orrendo, che cerca dunque di nascondersi dietro una maschera. Le conseguenze del suo comportamento generano un intreccio fra l’avventura e il mistery, in cui non mancano le suggestioni più cupe.
Il richiamo di Cthulhu
Magnetico e folgorante è poi Il richiamo di Cthulhu (Garzanti, traduzione di Alba Bariffi) uno dei libri horror meglio riusciti di Howard Philips Lovecraft (1890-1937), nel quale Francis Wayland Thurston scova l’inquietante bassorilievo nato dagli incubi e dalle visioni di un ignoto artista, e legato a un culto celebrato nella Louisiana. Seguendo queste tracce e quelle di un marinaio norvegese, Thurston viene così a conoscenza di Cthulhu, una creatura gigantesca, tentacolare e informe che infesta da tempo il fondo degli abissi…
Io sono leggenda
Ciò che Richard Matheson (1926-2013) dipinge invece in Io sono leggenda (Mondadori, traduzione di Giovanna Scocchera) è un universo apocalittico, straniato, in cui passo dopo passo si ribalta qualsiasi punto di riferimento. Protagonista è Robert Neville, ultimo uomo rimasto sulla Terra e circondato da vampiri in cerca di sangue, che nel tentativo di non essere trovato si nasconde di notte e spia i suoi nemici di giorno, mentre intorno a lui prende forma uno degli scenari più terribili della letteratura del Novecento.
L’incubo di Hill House
Se spesso nei libri horror ci si domanda come mai i personaggi non si allontanino il prima possibile da una casa infestata, ne L’incubo di Hill House (Adelphi, traduzione di Monica Pareschi) Shirley Jackson (1913-1965) fornisce una risposta più che singolare: nel caso di Eleanor Vance, non è lei a scegliere di restare sul posto per portare avanti l’esperimento paranormale del professor Montague, bensì la casa stessa, con le sue torrette buie e le porte che d’un tratto si aprono da sole, e da cui sembra che la protagonista non possa più allontanarsi.
L’esorcista
A svolgersi in una casa è anche L’esorcista (Fazi, traduzione di Cristiano Peddis) di William Peter Blatty (1928-2017), sebbene qui la responsabile di certe anomalie sia apparentemente una bambina di nome Regan. D’un tratto, infatti, la piccola si lascia andare a comportamenti blasfemi e osceni, senza che dottori e psichiatri ne capiscano il motivo. La madre pensa allora di chiamare un esorcista, ma la Chiesa temporeggia e nel frattempo la situazione precipita, mentre lo scontro fra l’uomo di Dio e gli spiriti del Male si fa sempre più vicino…
Intervista col vampiro
Con il bestseller Intervista col vampiro (TEA, traduzione di Margherita Bignardi), l’autrice di culto della narrativa soprannaturale Anne Rice (1941-2021) ha poi ripreso il mito del vampiro di molti libri horror, trasformandolo in una figura che ha tutti i difetti dell’uomo moderno: parliamo di Louis de Pointe du Lac, il quale prova a raccontare al giornalista Daniel la sua angosciante storia lunga oltre due secoli. Da quest’opera nel 1994 è stato tratto il film di Neil Jordan con Tom Cruise, Brad Pitt, Antonio Banderas e Kirsten Dunst.
It
E ci spostiamo infine in una cittadina del Maine in cui si risveglia una creatura informe e mostruosa: è It (Sperling & Kupfer, traduzione di Tullio Dobner), che dà il nome all’omonimo romanzo di Stephen King (1947), un autore considerato da decenni il Maestro dell’Horror e che con i suoi numerosi e acclamati bestseller ha ispirato la trama di altrettanti film e serie tv di successo. Per sconfiggere It, tanti anni dopo, i ragazzini protagonisti dell’opera, ormai diventati adulti, dovranno allontanarsi dalla loro famiglia nella speranza di neutralizzarlo.
Fonte: www.illibraio.it