Libri sull’Abisso: letture che toccano nel profondo

di Stefano Risso | 25.01.2025

Può la lettura rappresentare una forma di introspezione? Quali sono i romanzi che più ci toccano nel profondo? Argomento misterioso come anche le creature che lo abitano – squali goblin, pesci blob e diavoli neri, fra le altre – quello dell’Abisso (dal greco Àbyssos, “senza fondo”) è un modello descrittivo che si presta a numerose allegorie; di frequente utilizzato in riferimento alla sua fattispecie naturalistica – è così definito il 19% dei fondali oceanici da noi conosciuti – trova la propria origine nella primissima Bibbia ebraica, ove il sostantivo Abaddon assume rilevanza tanto per indicare una particolare entità demoniaca (il cosiddetto Angelo Distruttore) quanto per qualificare una specifica località ultraterrena (la dimora delle ombre).

Parallelamente, e già in epoca mesopotamica, la tematica abissale si è estesa quindi al processo di “catabasi” per strutturare uno dei topos letterari più frequenti dell’intera narrazione epica, la discesa dell’eroe nell’oltretomba; che si tratti dell’incontro di Ulisse con le anime dell’Ade – nel libro XI dell’Odissea – o piuttosto dell’accesso di Dante alla Giudecca – nel Canto XXIV dell’Inferno – la navigazione degli Abissi appare simile a una presa di coscienza, sicché il protagonista ne tornerà arricchito come a seguito di un viaggio iniziatico e/o per gli effetti di una terapia psicanalitica.

D’altronde, non vi è chi non veda come la metafora abissale abbia a che fare – fra gli altri spunti – con l’esplorazione del subconscio; e mentre in certi libri la similitudine è dichiarata sin dal titolo (si pensi a Anima degli abissi di Natasha Owen, Mondadori) ve ne sono altri ove la corrispondenza si rivela, ma solo con l’approfondimento della trama (alla fine ci sentiamo tutti il Capitano Achab di Moby Dick, alle prese con problemi ben più grandi di noi).

Ció detto, tratteniamo un bel respiro e lasciamo che questi romanzi ci guidino alla scoperta degli Abissi; chissà quante risorse troveremo ad aspettarci e quali i suggerimenti per risalire in superficie, ogni volta che sentiremo di aver toccato il fondo.

Il classico Abisso di Ventimila leghe sotto i mari 

Ventimila leghe sotto i mari di Jules Verne, ecco la copertina

Se per la cartografia moderna il punto più avvallato dell’intero globo terrestre risulta essere l’Abisso Challenger – anche conosciuto come Fossa delle Marianne, si trova a 10994 metri sotto il livello del mare – nel capolavoro di Jules Verne Ventimila leghe sotto i mari (Garzanti, traduzione di Renata Sidoti) la circumnavigazione oceanica si spinge ben oltre le latitudini sino allora mappate. Financo a ricomprendere quelle di un’antica civiltà perduta: situata in fondo al mare e a ridosso della bocca di un vulcano, la localizzazione della leggendaria Atlantide viene rivelata al protagonista Aronnax durante una missione a bordo del Nautilus (il grande sommergibile dapprima scambiato per un mostro marino e invece poi guidato dal Capitano Nemo). Per quindi ingenerare, nella comunità di appassionati, numerosi interrogativi se la descrizione fatta dell’isola corrispondesse o meno alla stessa raccontata da Platone nei suoi Dialoghi Timeo e Crizia. Un mistero che si inabissa nella Filosofia, insomma.

La personalità Abissale di Io sono l’abisso

Io sono l'Abisso di Donato Carrisi, questa è la copertina

Di tutto ciò che di oscuro esiste in natura, non vi è nulla che sappia inquietare più del buio sottomarino. A parte il nero che si cela nell’animo umano, così come ci intitola Donato Carrisi nel suo thriller-bestseller Io sono l’abisso (Longanesi); storia tutta italiana che si svolge sul lago di Como, il romanzo dark-crime con protagonista un netturbino senza nome ci racconta i femminicidi de “L’Uomo che Puliva” quasi fossero istigati da una voce che proviene dal profondo. E che prende il nome di Mickey; identità dissociata dell’anonimo serial-killer, la versione abissale che perseguita la “Ragazzina con il ciuffo viola” riaffiora in superficie per raccontare una storia di abusi genitoriali sulla quale soltanto la “Cacciatrice di mosche” – un’assistente sociale esperta in violenze domestiche – saprà far luce in maniera definitiva. Perché il passato torna sempre a galla, anche quando è un cadavere che riemerge dall’acqua.

Un Abisso di luce in Una lettera al luminoso abisso

L'immagine di copertina di Una lettera al luminoso abisso di Sylvie Cathrall

Che un Abisso possa essere luminoso, questa può apparire una contraddizione in termini. Ma non se a rischiararne le tenebre è un pesce lanterna… o un romanzo Light Academia (il sottogenere di estetica romantica ispirato a sentimenti positivi quali l’ottimismo, la gioia e l’amicizia). Di cui Una lettera al luminoso abisso di Sylvie Cathrall – Ne/On, traduzione di Benedetta Gallo – è un esempio perfetto; ambientato in un universo cozy-fantasy che molto rispecchia il mood sentimentale dei protagonisti, lo scambio epistolare fra la schiva E. e il Dotto Henerey Clel è tanto il pretesto per raccontare la loro storia d’amore – iniziata sott’acqua, dopo che un maremoto ha affondato le terre emerse – quanto l’unico indizio che Sophy e Vyerin (i rispettivi sorella e fratello) hanno per ricostruire la loro sparizione. Con un’estrema naturalezza anche nell’affrontare tematiche sensibili quali il disturbo d’ansia sociale e la relazionalità queer.  

Un Abisso siderale in Solaris

La copertina di Solaris di Stanislaw Lem, un classico di fantascienza

Non solo fondali marini: nel classico di fantascienza filosofica Solaris (di Stanislaw Lem, Sellerio, traduzione di Vera Verdiani) l’Abisso è un pianeta animato e si trova nello spazio siderale. Che nondimeno comunica con l’ignoto; tant’è che quando gli astronauti della stazione di ricerca raggiungono la sua orbita per indagare sul suicidio di un compagno, questo essere in forma di Oceano pare loro rispondere attraverso reazioni che travalicano le leggi della fisica (tipo simulando la presenza dei colleghi o proiettandone le immagini sotto forma di “mimoidi”). Con non poco spaesamento del lettore; già, perché mentre la trama si infittisce di mistero e l’enigma ci sprofonda nel non-senso, numerose sono le domande che rimangono in sospeso: può la Natura evolvere in un linguaggio tutto suo? È la nostra identità separata dalla Terra o l’esistenza dell’uomo dipende dalla sua volontà? Un’opera del novecento ma pur sempre attuale, soprattutto oggi che si parla di climate-change.

Un Abisso psicologico in Il male oscuro 

La copertina de Il male oscuro di Giuseppe Berto

Non a caso un sinonimo di Abisso, la depressione è quanto più, a livello psicologico, ci ricorda l’esperienza di annegare; che ci venga sotto forma di apatia o piuttosto ci debiliti il corpo fisico, ne veniamo risucchiati come fossimo nel centro di un Maelstrom. Sensazione, detta ultima, che ben ci racconta Giuseppe Berto nel suo capolavoro letterario Il male oscuro (Neri Pozza); sofisticato esempio di romanzo psicoanalitico, la nevrosi che colpisce l’autore (e dallo stesso descritta come “la lotta col padre”) sfrutta la tecnica del flusso di coscienza per simulare l’Abisso emotivo in cui precipita l’uomo dopo la morte dell’amato/odiato genitore. E che trascina con sé tutto ciò che lo circonda, dal matrimonio con la moglie al rapporto con la figlia Augusta, dalla seconda guerra mondiale all’utilizzo della punteggiatura scritta (quasi del tutto assente all’interno dell’opera).

Un Abisso di paura in Abisso. Dark tales

L'immagine di copertina della raccolta Abisso. Dark tales. La serie gotica della British Library

Nella sua visione più frequente, quello abissale è un panorama gotico: fosse oceaniche, carcasse di balena e velieri sommersi, l’ecosistema profondo evoca spavento quanto e forse più di un cimitero a tarda notte. Come ben confermano le sette proposte di Abisso. Dark tales. La serie gotica della British Library (Vallardi, traduzione di Tania Spagnoli e Federico Zaniboni); curata da Mike Ashley – uno dei principali esperti di narrativa fantastica contemporanea – l’antologia di racconti horror vira tra new-weird e soprannaturale per rappresentare l’immaginario sottomarino in tutto il suo terrore, alghe killer e navi fantasma comprese. “Ė stata una di quelle esperienze da incubo che ti ossessionano per il resto della vita, e suppongo che a chiunque vada per mare possa capitare qualcosa di così orribile almeno una volta prima di morire… Già intanto mi faccio un’altra bevuta!”, da La nave del silenzio di Albert Richard Wetjen.

E per chi di tuffi (al cuore) non ne avesse abbastanza, ecco a voi una selezione di titoli in cui immergerci, senza esitare.

Abisso. Cuba 1962. Il mondo a un passo dal conflitto nucelare di Max Hastings (Neri Pozza)

La neve in fondo al mare di Matteo Bussola (Einaudi)

La ragazza che cadde in fondo al mare di Axie Oh e Egle Costantino (Mondadori)

Trappola in fondo al mare di Nicola Riolo (Newton & Compton)

Il naufragio della Wager di David Grann (Corbaccio)

Sirene di Emilia Hart (Fazi)

Il silenzio degli abissi di John Lange (Garzanti)

Cime abissali di Aleksandr Zinov’ev (Adelphi)

Fonte: www.illibraio.it