Caro Mark Zucky,
ti scrivo perché qui c’è urgente bisogno del tuo aiuto.
Ho letto della faccenda Cambridge Analytica. Brutta storia, amico. Insomma, parliamo di informazioni e preferenze degli utenti vendute e sfruttate per influenzarne le scelte. È un po’ scorretto, non trovi?
Dai, facciamo pace, però mi devi fare una promessa: prendi le mie informazioni e le mie preferenze e vendile alle aziende di giocattoli. È evidente che non hanno assolutamente idea di cosa stiano facendo, altrimenti non metterebbero sul mercato attrezzi delle dimensioni di una Ypsilon Dieci che suonano come Al Bano.
Diglielo, diglielo Mark, che il suono di quegli aggeggi deve essere proporzionale alla nostra sopportazione; diglielo che le bambole che piangono come neonati sono una pessima idea, perché lo sappiamo fin troppo bene come suona il pianto dei neonati e lo vogliamo dimenticare; diglielo, accidenti, a quella azienda leader nel settore delle torture che i pupazzi che suonano premendo loro il pancino ci fanno morire d’infarto quando, la notte, i nostri figli li schiacciano per sbaglio…
Tu e la tua Yoko Ono siete diventati genitori, dovreste essere dalla nostra parte, adesso. Ti ritengo responsabile, anzi, complice di questa mattanza ai danni delle nostre sinapsi. Non puoi continuare a restare indifferente davanti alla nostra sofferenza, Zucky! Ti verremo a cercare sotto forma di fantasmi e non di certo per costruire delle ceramiche sexy insieme; accenderemo il robottino canterino mentre dormi, spingeremo la volante della polizia con le sirene spiegate fino ai tuoi piedi mentre fai il cruciverba al gabinetto, suoneremo la marcia turca sulle maledette tastierine elettriche proprio mentre sei lì concentrato a strutturare nuovi algoritmi per far incontrare i fan di Cher.
Facciamo questo patto Zucky: noi ti lasciamo prendere tutti i cookies e i Grisbì che ti pare, ma tu fai una bella riunione con la lavagnetta e i grafici a torta e ci aiuti a non diventare pazze. Grazie.
ps. se non chiedo troppo, puoi anche fare presente che è un po’ strano operare il paziente dell’allegro chirurgo mentre è ancora sveglio? L’estrazione delle chiavi inglesi e delle farfalle sarebbe meglio in anestesia totale…
L’AUTRICE – Giada Sundas è una giovane madre molto seguita in rete. Sui social racconta la sua esperienza di “madre imperfetta ma imperterrita” con freschezza e ironia. Il suo romanzo d’esordio, edito da Garzanti, si intitola Le mamme ribelli non hanno paura, e racconta la storia di Giada dal giorno in cui la piccola vita di Mya, sua figlia, ha cominciato a crescere dentro di lei.
È in uscita il suo secondo, atteso libro, Mamme coraggiose per figli ribelli, in cui l’autrice torna a parlare del mestiere più difficile del mondo: fare la madre. Con la sua inconfondibile vena ironica…
Qui tutti gli articoli di Giada Sundas per ilLibraio.it.
Fonte: www.illibraio.it