Romanzi russi da leggere: non i soliti libri per cominciare

di Eva Luna Mascolino | 27.04.2021

Da dove cominciare a scoprire i grandi racconti e romanzi russi, se con la letteratura di questo Paese non si ha molta esperienza?

Una strategia suggestiva la propone in Racconti di demoni russi (il Saggiatore) lo scrittore Premio Campiello (e, qui, curatore) Andrea Tarabbia, che in linea con l’operazione di valorizzazione dei classici della casa editrice individua quasi per anastilosi storie d’autore capaci di rappresentare l’animo sfaccettato, le contraddizioni, gli scontri sociali e i sentimenti più viscerali della terra russa.

Dopotutto, secondo un verso di Fëdor Tjutčev, “la Russia è incomprensibile, se si usa la ragione” (Umom – Rossiju ne pon’jat’): meglio, quindi, gettare in un canto la razionalità e andare all’inseguimento di quelle creature insolite, apparizioni demoniache e visioni fugaci rimaste da sempre un leitmotiv dissacrante e al tempo stesso inquietante di tanta letteratura slava.

Tra il grottesco e il fantastico, l’ambiguo e il polimorfo, il sacro e il profano, si sprigiona infatti l’energia di un Olimpo deformato da sontuose leggende e desideri inconfessabili, che permette di intuire il genius loci di questa nazione attraverso racconti forse poco noti, eppure fin da subito coinvolgenti per chiunque li legga.

Una storia dopo l’altra, si scopre così di patti e di inganni, di baci e di marce, di incubi e fiori, di monaci e diavoli, che nel susseguirsi di epoche e firme diverse subiscono curiose metamorfosi narratologiche, trascinando però senza tregua in una danse macabre sempre più vorticosa.

Racconti di demoni russi, Andrea Tarabbia

In quest’ottica, abbiamo pensato anche noi a una selezione di racconti e di romanzi russi dall’Ottocento ai nostri giorni da proporre a chi vuole muovere i primi passi nel mondo della letteratura russa: si tratta di una cernita che non pretende di essere esaustiva e che, anzi, ci auguriamo sia solo un punto di partenza.

Racconti e romanzi russi da cui iniziare

In questo percorso di lettura non troverete quindi i grandi classici, o i titoli più conosciuti e studiati (quali Guerra e pace, Anna Karenina, Il maestro e Margherita, I fratelli Karamazov, solo per citarne alcuni). Così come Andrea Tarabbia ha trovato nei demoni un fil rouge, noi abbiamo scelto infatti di seguire il criterio dell’accessibilità, cercando opere spesso brevi, eppure brillanti per stile e contenuti, che sviluppano con grande incisività i temi più rilevanti della letteratura russa.

In tal modo, anche chi non ha letto molto sull’argomento può entrare subito nel vivo della storia, per poi riuscire ad apprezzare testi via via più impegnativi e articolati.

Da Aleksandr Puškin a Lev Tolstoj, passando per Michail Bulgakov e per Sergej Dovlatov, fino ad arrivare a Ljudmila Ulitckaja e a Guzel’ Jachina, ecco quindi quindici testi, tra racconti e romanzi russi, che forse non sono i primi a venirvi in mente pensando a questi grandi intellettuali, ma con i quali vi consigliamo di cimentarvi se volete iniziare ad appassionarvi alla letteratura di questo sconfinato Paese.

Racconti e romanzi russi dell’Ottocento

La dama di picche di Aleksandr Puškin

La figlia del capitano, romanzi russi da leggere

Morto dopo un duello all’età di soli 38 anni, Aleksandr Puškin (1799-1837) è ritenuto il fondatore della lingua e della letteratura russa dei nostri tempi, con le sue odi classiche, i drammi storici, la narrativa di stampo realistico, le fiabe, le favole e le novelle.

Una sintesi raffinata e ammaliante della sua poetica si può riscontrare nel racconto La dama di picche del 1834, in cui si mescolano l’ironia, il gusto per il gotico e quello per il fantastico: protagonista è infatti il giovane ufficiale Hermann, che tenta in tutti i modi di conoscere il segreto di una vecchia contessa per vincere al gioco, fino a quando insistere non diventa un’ossessione rischiosa e beffarda

Il cappotto di Nikolaj Gogol’

Il cappotto di Gogol', romanzi russi da leggere

Noto come Il cappotto, anche se la sua traduzione più accurata è La mantella, questo racconto del 1842 di Nikolaj Gogol’ (1809-1852) è fra i più commoventi e godibili del maestro della satira grottesca, che in una San Pietroburgo da “realismo magico” narra la storia dell’impiegatuccio Akakj Akakievic Bašmackin.

Quest’ultimo, che vive solo e viene spesso deriso sul lavoro, con i risparmi di una vita riesce a comprarsi una bella mantella pronta a diventare la sua unica compagna e consolazione, fino a quando l’invito a una festa non si trasforma in un dramma esistenziale: una storia che per suggestioni e caratterizzazione non ha niente da invidiare a tanti grandi romanzi russi.

La mite di Fëdor Dostoevskij

La mite, Dostoevskij, romanzi russi da leggere

Per iniziare a esplorare la prosa spezzata e suggestiva di Fëdor Dostoevskij (1821-1881) ci si può invece procurare La mite, un fulminante racconto del 1876 ispirato a un fatto di cronaca, che attraverso un’analisi acuta e spietata apre vertiginosi squarci sui meandri della psiche umana.

Sconvolto davanti al cadavere ancora caldo della moglie, infatti, un uomo si interroga sul suo suicidio e ripercorre a ritroso la loro storia d’amore, fino a quando, tra flashback e reticenze, non ci accorgiamo che i suoi sensi di colpa nascondono qualcosa di oscuro…

La morte dell’impiegato di Anton Čechov

Racconti di Cechov

Nel caso del drammaturgo e narratore Anton Čechov (1860-1904), sono sufficienti addirittura tre cartelle per cogliere la potenza della sua immaginazione: sono quelle de La morte dell’impiegato, storia pubblicata nel 1883 e che scardina in tempo record cliché e aspettative della narrativa breve.

Il racconto si apre durante uno spettacolo a teatro, quando l’usciere Ivan Dmitrič starnutisce spruzzando per sbaglio la testa dell’autorevole generale Brizžalov. Costernato e intimorito, il pover’uomo tenta di scusarsi, nonostante la moglie provi a dissuaderlo e il generale gli ripeta che non c’è bisogno, finché il sorriso di chi legge non si trasforma rapidamente in fastidio, stupore e amare riflessioni sul senso della vita e sui rapporti sociali.

La morte di ivan Il’ič di Lev Tolstoj

La morte di Ivan Il'ic, romanzi russi da leggere

Fra le opere più celebrate di Lev Tolstoj (1828-1910), La morte di ivan Il’ič descrive con minuzia e maestria il progressivo decadimento fisico e la conseguente metamorfosi psicologica di un borghese al culmine della sua carriera, che viene sorpreso da una malattia ed è costretto a confrontarsi con le ipocrisie della vita.

Pubblicato per la prima volta nel 1886, il testo dimostra ancora una volta la capacità di molti racconti e romanzi russi dell’Ottocento di lanciare strali contro i costumi dell’epoca e di suggerire profonde riflessioni in poche e scorrevoli pagine, nelle quali sono già racchiusi i temi chiave di narratori ammirati ancora in tutto il mondo.

Racconti e romanzi russi del Novecento

Noi di Evgenij Zamjatin

Noi, Zamjatin, romanzi russi da leggere

Con questa breve opera del 1924 (ma scritta tra il 1919 e il 1921, e poi sottoposta a censura), Evgenij Zamjatin (1884-1937) ha ispirato gran parte dei romanzi russi di genere distopico del Novecento, come anche quelli di George Orwell (1903-1950) e di Ray Bradbury (1920-2012), per citare due dei suoi più noti epigoni.

Rimasto a lungo inedito in Italia, Noi è infatti la storia di un mondo ipermeccanicizzato e socialmente ipercontrollato, chiuso da una Muraglia Verde alla fine del terzo millennio. Raccontata in forma di diario da un ingegnere, la vicenda della rivoluzione che segue getta una luce tetra su libero arbitrio e teorie tayloristiche, in un momento storico in cui il regime staliniano ancora non era neanche lontanamente all’orizzonte…

Cuore di cane di Michail Bulgakov

Cuore di cane, Bulgakov, romanzi russi da leggere

Un anno dopo Noi, nel 1925, esce Cuore di cane di Michail Bulgakov (1891-1940), che all’invenzione fantascientifica affianca invece la verve satirica da sempre tipica dei romanzi russi, narrando di un famoso chirurgo che trapianta l’ipofisi di un ubriacone appena morto su un cane.

Dalle “inevitabili” conseguenze del suo esperimento si dispiega una critica mordace alla società e alla vita culturale di Mosca, le cui facezie scintillanti sul mondo artistico e letterario si scontrano con l’amarezza per l’arroganza e l’ottusità del potere, che manipola le migliori risorse trasformandole per il peggio.

Una giornata di Ivan Denisovič di Aleksandr Solženicyn

Una giornata di Ivan Denisovič, romanzi russi da leggere

Pubblicata nel 1962, Una giornata di Ivan Denisovič di Aleksandr Solženicyn (1918-2008) è stato qualche decennio dopo il primo, fra i romanzi russi, a osare raccontare la vita in un Gulag di un uomo semplice, e a farlo dal punto di vista della grande letteratura.

Con una narrazione piana, precisa, puntigliosa, e soprattutto priva di astio, l’autore consegna in queste pagine il racconto di un incubo che ha assunto il valore storico e letterario di una liberazione, collocando accanto al dubbio, al sospetto e alla tensione tipici degli anni Trenta in Unione Sovietica il paesaggio, la lingua e l’anima della Russia che pervadono la ricerca espressiva di ogni altra sua pubblicazione.

La valigia di Sergej Dovlatov

La valigia, Dovlatov, romanzi russi da leggere

Tutti gli oggetti che intendeva portare via da Leningrado, lo scrittore ebreo russo (dissidente e prematuramente scomparso in esilio) Sergej Dovlatov (1941-1990) li descrive nel 1986 ne La valigia: ogni oggetto equivale quindi a un ricordo, ovvero a un episodio o a un personaggio della sua vita errabonda.

Attraverso questo libro, a sfondo fortemente autobiografico, ci soffermiamo così su tanti piccoli episodi quotidiani dai quali trarre lezioni di vita, mescolati al grottesco e alla bizzarra natura filosofica delle persone che l’autore incontrato. Uno spaccato della società dell’epoca, di certa mentalità e dei limiti con cui gli intellettuali si sono scontrati in Unione Sovietica dopo gli anni Cinquanta.

Underground. Ovvero un eroe del nostro tempo di Vladimir Makanin

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Fra i romanzi russi più maturi di un scrittore che viene in questi anni riproposto e studiato in patria, Underground. Ovvero un eroe del nostro tempo di Vladimir Makanin (1937-2017) è apparso nel 1998 ed è tuttora essenziale per la comprensione del cruciale passaggio dall’era sovietica al postcomunismo.

Ne è protagonista Petrovic, scrittore fallito, filosofo quasi clochard, insofferente di ogni potere e ogni autorità costituita, il quale fa da custode agli alloggi momentaneamente disabitati di una “casalbergo” di Mosca, e che a causa del suo “io” debordante finisce per macchiarsi di due omicidi

Racconti e romanzi russi contemporanei

L’ultimo amore del presidente di Andrei Kurkov

L'ultimo amore del presidente, romanzi russi da leggere

Nato a Leningrado, ma di origine ucraina, Andrej Kurkov (1961) è un autore figlio della cultura e dell’Unione Sovietica, nei cui romanzi russi (e russi davvero, fino al midollo) ambientati in una realtà già post-1991 non mancano mai l’humour nero e certi elementi di surrealismo cari a molta letteratura slava.

Ne L’ultimo amore del presidente, dato alle stampe nel 2004, il presidente dell’Ucraina Sergei Bunin sta sorseggiando vodka in piscina insieme a Vladimir Putin. È il 2013 e la sua rapida ascesa politica è ormai al culmine, nonostante a Sergei dopo un infarto sia stato trapiantato il cuore sospetto di un altro uomo, pronto a tradirlo in ogni istante…

Russian attack di Viktor Erofeev, Eduard Limonov e Vladimir Sorokin

Russian attack, romanzi russi da leggere

Da sempre in Russia si combatte una guerra tra cultura e potere. Ecco perché, nel loro Paese, gli autori dei testi raccolti nell’antologia Russian Attack, edita nel 2010, sono considerati scomodi, hanno subito pressioni e censure, e sono stati al centro di campagne diffamatorie e di condanne.

Eppure, Viktor Erofeev (1947), Eduard Limonov (1943-2020) e Vladimir Sorokin (1955) non sono “dissidenti politici”: la loro arte è piuttosto un attacco al rifiuto del cambiamento, al gusto narcotizzato di un’opinione pubblica ancora intorpidita dopo lo shock dei rivolgimenti post-sovietici. E il filo rosso che li unisce è lo scontro tra la libertà di espressione e il controllo sociale, tra l’arte e l’ideologia, “tra il poeta e lo zar“.

Una storia russa di Ljudmila Ulitckaja

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Una storia russa (2011) racconta invece la storia di tre compagni di scuola che si incontrano a Mosca negli anni Cinquanta: un poeta rimasto orfano, un fragile ma molto dotato pianista e un fotografo in erba con il grande talento di collezionare segreti. Tutti e tre si fanno strada verso l’età adulta in una società dove il loro eroi sono stati censurati, se non esiliati.

Una vicenda di passioni e intrighi, come lo sono tutti i romanzi russi di Ljudmila Ulitckaja (1943), la cui indagine scandaglia l’integrità individuale in una società post-staliniana governata dal KGB, e i cui  protagonisti cercano di trascendere l’oppressione del regime attraverso l’arte, l’amore per la letteratura e l’attivismo

Il monastero di Zakhar Prilepin

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Zachar Prilepin (1975) è uno scrittore, politico e giornalista, nonché veterano della guerra in Cecenia. Nel 2014 ha pubblicato Il monastero, uno dei più appassionanti romanzi russi degli ultimi anni, che sullo sfondo di una natura superba e violenta racconta di disumanità e di ingiustizie, di rivalità, amicizie e amori impossibili.

Protagonista è Artëm Gorjainov, che negli anni Venti sconta una pena di tre anni alle isole Solovki, dove sorge un monastero adibito a prigione per reati politici e comuni. Fra čekisti e antičekisti, ladri e assassini, rivoluzionari e controrivoluzionari, il giovane tenta di sopravvivere nonostante la fame, i soprusi e il lavoro massacrante

Zuleika apre gli occhi di Guzel’ Jachina

Zuleika apre gli occhi, romanzi russi da leggere

Guzelʼ Jachina (1977) è invece una scrittrice, giornalista e sceneggiatrice originaria del Tatarstan, che rientra in questa selezione di romanzi russi contemporanei per via del suo esordio, Zuleika apre gli occhi (2015), grazie al quale ha vinto molti premi letterari in patria ed è stata tradotta in diversi Stati.

L’opera è una storia nella Storia, che descrive la devastante dekulakizzazione degli anni Trenta (con le sue centinaia di migliaia di deportati) attraverso la vicenda di una donna, della sua suocera-arpia e di un marito despota, catapultando chi legge fra antichi usi, sopraffazioni, lande desolate e piccoli bagliori di umanità che riescono comunque a restare accesi…

Fonte: www.illibraio.it