C’è una parola che è stata inventata dallo scrittore per il web John Koenig: monachopsis. È stata pensata per colmare il vuoto di un termine che non c’è praticamente in nessuna lingua: indica infatti “la sottile ma persistente sensazione di essere fuori posto”.
Quante volte ai nostri ragazzi capita di sentirsi così? Quel sotterraneo disagio che fa venir loro voglia di tornare a casa e chiudersi in camera, possibilmente a chiave, serrande abbassate e notte artificiale, proprio come Romeo all’inizio di Romeo and Juliet.
A volte quella sensazione non se ne va mai, tanto da non riuscire a farli sentire a loro agio in nessun posto: e allora possono verificarsi situazioni davvero difficili, come con gli hikikomori, ragazzi che hanno deciso di ritirarsi dal mondo, non escono più, non hanno più rapporti sociali reali ma solo virtuali. Per settimane e a volte mesi. Alcuni, per anni.
Così, se avete un figlio che soffre spesso la monachopsis, o che addirittura ha deciso di chiudersi in camera e tagliare tutti i ponti con il mondo esterno, un tentativo lo potete fare con questo libro qui, che è appena uscito per Garzanti: Io sono Ava, di Erin Stewart.
A me l’hanno dato da leggere quando era ancora in bozza e me ne sono innamorato: la voce di Ava è davvero pazzesca, un misto di dolcezza e sarcasmo, di rabbia e tenerezza, la senti e non puoi non innamorartene. Ma, soprattutto, la cosa bella di questa storia è come affronta il tema del disagio, del non riuscire a stare in mezzo agli altri.
Ava ha un buon motivo per provare questi sentimenti, perché ha il corpo pieno di cicatrici. E infatti quando la conosciamo Ava vuole solo nascondersi, e ciò che la spaventa di più è scoprire di non poter essere invisibile.
Apparentemente è un libro che può far pensare a una realtà molto distante dalla cosiddetta “normalità”: del resto Ava è una ragazza che ha il viso sfigurato e che ha perso praticamente tutto, non è così scontato immedesimarsi in lei.
L’appuntamento in libreria
Eppure quello che qui l’autrice fa è partire da una situazione-limite per descrivere pensieri e sensazioni fisiche che i nostri ragazzi conoscono molto bene. Per esempio, Ava a un certo punto dice: “il calore di così tanti occhi mi striscia su per il collo”. E ci parla di quando gli sguardi degli altri ci danno una sensazione quasi fisica, quasi ci toccassero.
E la cosa bella in tutto questo è che, dopo averti fatto immedesimare in lei, l’autrice ti mette di fronte alle sue difficoltà, le sue scelte, e piano piano ti porta a conoscere cos’è davvero il coraggio: e cioè non il contrario della paura, ma saper convivere con la paura. Essere spaventati a morte, ma rimontare comunque in sella.
“Quando una ferita è tanto profonda, è la guarigione che fa male”, dice Ava.
Una storia che insegna a non scappare dal dolore, ma a passarci attraverso. A non nascondersi dal mondo, ma a fargli tana e ad andare a trovarlo tu.
Fatelo leggere ai vostri ragazzi. Vedrete che qualcosa succederà.
L’AUTORE – Enrico Galiano sa come parlare ai ragazzi. In classe come sui social, dove è molto seguito. Insegnante e scrittore classe ’77, dopo il successo dei romanzi Eppure cadiamo felici, Tutta la vita che vuoi e Più forte di ogni addio, ha pubblicato un libro molto particolare, Basta un attimo per tornare bambini , illustrato da Sara Di Francescantonio.
Qui tutti gli articoli scritti da Galiano per ilLibraio.it.
Fonte: www.illibraio.it