Le case altrui? Le “giudico” dalla libreria. Il “pregiudizio” di Francesca Barra

di Francesca Barra | 29.04.2015

Lo ammetto. Ho un pregiudizio. Ogni volta che entro in una casa per la prima volta, guardo la libreria. E giudico. Mia madre, quando ero bambina, appena entrava in una casa mi faceva notare l’ordine, la pulizia. Fissata com’era per quella perversione – molto meridionale – di pulire sul pulito. Ecco. Io ho sviluppato diffidenza per l’ordine. Non può coincidere con la creatività, l’ordine. Ma, soprattutto, non è bella una casa che non contempla libri. Sparsi ovunque, spinti in angoli remoti. Perfino in bagno. Voglio scoprirli, mi parlano di te.

Una volta ho chiesto ad un’amica: scusa, ma dove sono i libri di tuo figlio? Lei ha aperto l’armadio. Soddisfatta per averli nascosti. “Si annida la polvere, creano troppo scompiglio.” Però c’erano giochi elettronici un po’ ovunque. Ecco. Sono rientrata nella mia e mi sono sentita rivoluzionaria. Perché antica.

Per coerenza, infatti, con quanto raccontato, la mia casa è una libreria che contiene mobili, giochi, elettrodomestici, letti e altri indispensabili oggetti. Ma è, per prima cosa, una libreria.
In sala ho diversi cubi. Ognuno dei quali ha un titolo: poesie, libri preferiti, top ten (che naturalmente mutiamo ogni stagione), Terzani, libri di viaggi, libri di mafia (la maggior parte lo ammetto), i miei, storici, sportivi, interisti (causa figlio e marito)…e così via.

Nella camera dei bambini ci sono più libri che giochi. In quella nostra mio marito li accumula al lato del letto, io in verticale, difronte ai piedi del letto. In bagno, in cucina, ora che ci penso, perfino all’ingresso sulla mensola, il welcome sono i libri che ho scritto, di cucina, con cui omaggio gli ospiti o chiunque passi di qua.

“Entrai nella libreria e aspirai quel profumo di carta e magia che inspiegabilmente a nessuno era ancora venuto in mente di imbottigliare.” Scrisse Carlos Ruiz Zafón. Questo mi piace conservare di una casa. Questa è la mia madeleine. Carta e magia, che solo una casa colma di libri, può regalarti. Le altre, state sicuri, nessuno le ricorderà.

*Francesca Barra (nella foto, di Stefano Scacchi, ndr), autrice di quest’intervento, è in libreria con il romanzo Verrà il vento e ti parlerà di me (Garzanti); è laureata in Scienze della comunicazione, a Roma. E’ conduttrice (tra l’altro, ha condotto il “Concertone” del Primo Maggio), inviata, autrice televisiva e radiofonica di programmi come La bellezza contro le mafie su Radio 1, la rassegna stampa di Omnibus su la7, Matrix su Canale5, Tiki Taka – Il calcio è il nostro gioco, e molti altri. Nel 2012 ha pubblicato Giovanni Falcone un eroe solo, mentre nel 2011 è uscito Il Quarto Comandamento, entrambi diti da Rizzoli. Ha anche scritto anche Tutta la vita in un giorno. Viaggio fra la gente che sopravvive mentre nessuno se ne accorge e il racconto Gli spietati nel libro Non è un paese per donne (Mondadori).

https://www.youtube.com/watch?v=Wuv-P43g0HI

La trama del romanzo – Il suo nuovo libro racconta di Teresa, che sin da bambina sogna di non abbandonare mai la Basilicata, terra che l’ha vista nascere e in cui vuole costruire il suo futuro; Caterina, sua nipote, al contrario non vede l’ora di andare via, di abbandonare un paese dalle tradizioni immutate, una terra che la limita e una famiglia che ama, ma che vuole lasciare per nuove esperienze. A Roma Caterina porterà l’agenda con le ricette della nonna Teresa e riscoprirà il valore delle proprie radici…

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Fonte: www.illibraio.it