Tra dieci minuti inizia il telegiornale. Per terra, al centro della sala, c’è un giocattolo abbandonato. Ci sei inciampata sopra mentre andavi a sederti sul divano per guardare la tv. Lo raccogli, con la mano sinistra, mentre con la destra tieni saldo il telecomando, e lo porti in cameretta.
Lì, intorno al letto, trovi un cimitero di calzini sporchi. Li raccogli maledicendo il tuo utero e i suoi sottoprodotti, e borbottando li porti alla cesta dei panni sporchi. È vergognosamente piena, già che ci sei carichi una lavatrice. Scopri che il detersivo è finito e vai nel ripostiglio a prenderne un altro flacone.
Il detersivo è in alto, dove non arrivi. Mentre scali lo scaffale, ti cade addosso una slavina di cianfrusaglie stipate in modo precario. Ne approfitti per tirare giù tutto e riordinare.
Durante l’operazione salta fuori un vecchio album di fotografie pieno di ricordi. Interrompi il lavoro e inizi a sfogliarlo. Piangi.
Mentre sei lì, seduta a terra circondata da scatole e scorte di shampoo sopraffatta dall’emotività, qualcuno suona il campanello. Molli tutto e corri ad aprire. È il corriere che ha portato un pacco. Lo porti in casa e cerchi nel cassetto le forbici per aprirlo ma, mentre frughi, ti tagli un dito con un coupon sconto di cinquemila lire della Standa con scadenza ad aprile 2001.
Corri in bagno per metterti un cerotto e trovi la scatola vuota. Ti fasci con un salvaslip con le ali e vai in cucina per segnare cerotti sulla lista della spesa.
La penna non scrive, vai a cercarne un’altra. Attraversando il corridoio noti che la piantina ha sete, allora torni indietro e riempi una caraffa di acqua.
Con la coda dell’occhio noti i ceci messi a bagno ieri, quelli comprati sei mesi fa in uno slancio di salutismo e mai cucinati perché hai sempre scordato di metterli in ammollo. Posi la caraffa, sciacqui i ceci e li metti subito a cuocere, ché quelli non hanno un tempo di cottura, hanno un periodo di gestazione.
Fai per andare a prendere il coperchio della pentola ma inciampi nel gatto. Miao, dice. La ciotola delle crocchette è vuota. Cambi strada e tiri fuori il sacchetto delle crocchette, ma mentre lavi la ciotola, senti il cellulare suonare.
Chiudi l’acqua, segui il suono fino in camera da letto e rispondi sul fotofinish. È Claudia che vorrebbe farti risparmiare sulla bolletta del gas con un’offerta sensazionale. La ringrazi e le dici che non ti interessa.
Chiudi la telefonata e, già che ci sei, apri Facebook. Ci sono tre notifiche. Ventitré minuti dopo stai scorrendo le foto della gita a Međugorje di un certo Sebastiano che non hai mai visto prima.
Ti distrae il volare scomposto di una cimice sopra la tua testa. Corri in balcone a prendere la scopa per cacciarla fuori. Mentre sei lì vedi i panni stesi il giorno prima e, già che ci sei, posi la scopa e li ritiri.
Ti cade un calzino sul balcone della vicina di sotto. Lasci tutto e scendi a suonarle. Quando sei lì lei insiste per offrirti il caffè. Torni a casa un’ora dopo, senza il calzino.
“Hai visto quel nuovo programma in tv?” ti chiedono, “non guardo la tv” dici “non seguo la massa”, ma la verità è che hai perso il telecomando a novembre.
L’AUTRICE – Giada Sundas è una giovane madre molto seguita in rete. Sui social racconta la sua esperienza di “madre imperfetta ma imperterrita” con freschezza e ironia. Il suo romanzo d’esordio, edito da Garzanti nel 2017, si intitola Le mamme ribelli non hanno paura, e racconta la storia di Giada dal giorno in cui la piccola vita di Mya, sua figlia, ha cominciato a crescere dentro di lei. Nel 2018 è uscito il suo secondo, atteso libro, Mamme coraggiose per figli ribelli, in cui l’autrice torna a parlare del mestiere più difficile del mondo: fare la madre. Con la sua inconfondibile vena ironica…
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Fonte: www.illibraio.it