Dalla Nota di Oreste del Buono
Da questo romanzo il film di Volker Schlöndorff, con John Malkovich
Abel Tiffauges è un garagista parigino che scopre in sé un’ambigua attrazione per i ragazzini. Allo scoppio della guerra, nel 1939, Tiffauges viene mobilitato e, in seguito, fatto prigioniero in Germania. Qui compie una carriera prodigiosa e, fattosi complice degli orrori hitleriani, diventa l’orco di Kaltenborn, la fortezza in cui le SS selezionavano e allevavano i ragazzi destinati a essere l’élite del Reich millenario. Personaggio inquietante, sgradevole, anomalo, Tiffauges è il mostro nel senso etimologico del termine: il monstrum è il prodigio, l’essere che suscita meraviglia e che potrebbe dar vita a una nuova specie. Scegliendo il suo punto di vista Tournier incentra su di lui tutti i temi dell’orco rapitore di bambini, la capacità del nazismo di «fare massa» trasfigurando gli individui in un corpo compatto e inarrestabile e le inversioni pulsionali non inquadrabili entro alcuna cornice di normalità. E soprattutto il tema della «Foria», del trasporto, che percorre tutto il romanzo in una molteplicità di variazioni e ricombinazioni simboliche.