Introduzione di Lanfranco Binni
Traduzione di Piero Bertolucci
Dopo Waterloo e la definitiva caduta di Napoleone, deluso dall’atteggiamento della Francia della Restaurazione nei confronti dell’imperatore in esilio, il trentaquattrenne Stendhal decise di scriverne una biografia, cui lavorò a più riprese a Milano fra il 1817 e il 1818, ma che lasciò incompiuta, ferma agli accadimenti del 1815. La Vita di Napoleone è ben lontana dal rigore documentario e dall’oggettività degli storici di professione, ma ha il pregio della vivacità e dello stile avvincente di chi nel narrare le imprese militari e gli episodi della vita privata del grande generale prende sempre le mosse da un fatto concreto, da un aneddoto ascoltato dal vivo. L’aspetto più affascinante di questo resoconto sta nel fatto che la più importante personalità politica del tempo è giudicata da un testimone diretto degli avvenimenti destinato a diventare un grande scrittore. La biografia di Napoleone è anche, in qualche misura, l’autobiografia di Stendhal: un congedo dalla giovinezza, un omaggio ai propri ardenti ideali bonapartisti, il rimpianto di un’epoca eroica irrimediabilmente perduta.