Storie (vere) di figli sottratti

di Redazione Il Libraio | 02.12.2014

di Sara Rattaro*

Maria è tornata a casa, dopo aver fatto la spesa, come succede quasi ogni giorno. Ha aperto la porta ed è stata investita da uno strano silenzio. Ha chiamato sua figlia più volte senza ricevere risposta. Ha poggiato in cucina i sacchetti ed è corsa nella sua cameretta, poi in bagno e in cucina. Ha guardato sotto i letti, dietro le porte e sul terrazzo. Di Elisa, tre anni, e di suo padre non c’era traccia. Ha composto il numero del marito invano per almeno dieci volte. Ha chiamato i suoi genitori e tutti gli amici che potevano avere notizie della  sua famiglia. Nulla. Con le mani tremanti ha telefonato a tutti gli ospedali di zona. Nessuna nuova informazione. Così si è alzata e ha fatto quello che mai avrebbe creduto di dover fare. Ha spalancato le ante degli armadi e con il terrore negli occhi ha scoperto che i vestiti di sua figlia e suo marito erano spariti.

Questo racconto che potrebbe sembrare l’incipit di un romanzo, è una storia realmente accaduta. Purtroppo una delle tante che coinvolgono indifferentemente madri e padri. Le unioni o i matrimoni binazionali stanno diventando una realtà sempre più numerosa. Ma si sa, l’amore, come le intenzioni, può cambiare e poco importa dove si è nati o in quale Dio si creda, se ci decide di separarsi l’allontanamento è inevitabile. Se a questo si aggiungono un odio e un rancore, verso l’ex coniuge, capaci di sovrastare l’amore per i propri figli, arrivare a sottrarli può diventare, nella testa di uno dei due genitori, un gesto quasi obbligato.

Si chiama “sottrazione internazionale di minore” e avviene quando il padre o la madre porta il figlio in un altro paese, spesso quello di origine, senza l’autorizzazione e il consenso dell’altro genitore. A tutti gli effetti, un rapimento. Analizzandole bene, sono storie che si assomigliano tutte, basate sulla stessa modalità violenta di esecuzione e seguite da un iter legale infinito, spesso senza risoluzione. Questo modus operandi aiuta il genitore che sottrae a generare nella testa del bambino la sindrome della cosiddetta “alienazione genitoriale”, ossia “una specie di lavaggio del cervello che porta i figli a perdere il contatto con la realtà degli affetti, e ad esibire astio e disprezzo ingiustificato e continuo verso l’altro genitore”.

La verità è che non conta che la guerra sia disputata tra due adulti che cercano di rivendicare il proprio diritto a fare il padre o la madre, quello che viene violato è soprattutto l’inalienabile diritto di essere un figlio. Le conseguenze di tutto questo sono le più pericolose che si possano augurare a un bambino che sarà destinato a dare un valore aberrante ai concetti di affetto, famiglia, rispetto e amore.

ps. Circa 200 casi denunciati ogni anno. I bambini sotto i 4 anni sono il 50% delle sottrazioni e i genitori che sottraggono sono circa 85% madri (dati tratti dalla Analisi statistica dei dati relativi ai casi di sottrazione internazionale di minori trattati dall’Ufficio dell’Autorità Centrale italiana, Dipartimento Giustizia Minorile)

*L’autrice ha pubblicato con Garzanti il romanzo “Niente è come te”, in cui racconta il doloroso fenomeno delle sottrazioni internazionali di minori “e il diritto inalienabile di essere figli…” 

Fonte: www.illibraio.it