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Eleanor Oliphant sta benissimo (che sarà pubblicato in Italia da Garzanti il 17 maggio) è un romanzo che sta facendo molto discutere, non solo per il successo di vendite. Parliamo di un vero caso editoriale, definito dall’Observer “esordio dell’anno”.
Del resto, la protagonista del libro sa come conquistare sin da subito l’attenzione, presentandosi così:
Mi chiamo Eleanor Oliphant e sto bene, anzi: benissimo.
Non bado agli altri. So che spesso mi fissano, sussurrano, girano la testa quando passo. Forse è perché io dico sempre quello che penso. Ma io sorrido, perché sto bene così. Ho quasi trent’anni e da nove lavoro nello stesso ufficio. In pausa pranzo faccio le parole crociate, la mia passione. Poi torno alla mia scrivania e mi prendo cura di Polly, la mia piantina: lei ha bisogno di me, e io non ho bisogno di nient’altro. Perché da sola sto bene.
Solo il mercoledì mi inquieta, perché è il giorno in cui arriva la telefonata dalla prigione. Da mia madre. Dopo, quando chiudo la chiamata, mi accorgo di sfiorare la cicatrice che ho sul volto e ogni cosa mi sembra diversa. Ma non dura molto, perché io non lo permetto.
E se me lo chiedete, infatti, io sto bene. Anzi, benissimo.
O così credevo, fino a oggi.
Perché oggi è successa una cosa nuova. Qualcuno mi ha rivolto un gesto gentile. Il primo della mia vita.
E questo ha cambiato ogni cosa. D’improvviso, ho scoperto che il mondo segue delle regole che non conosco. Che gli altri non hanno le mie stesse paure, e non cercano a ogni istante di dimenticare il passato.
Forse il “tutto” che credevo di avere è precisamente tutto ciò che mi manca. E forse è ora di imparare davvero a stare bene.
Anzi: benissimo… (…)
Una protagonista in cui non è difficile riconoscersi, dunque. Perché spesso ci si rifugia nella propria realtà per non vivere quello che c’è veramente fuori. In quel riparo si crede di stare benissimo, ma basta una folata di aria fresca per capire che troppo è quello che si sta perdendo…
Non è un caso che Eleanor Oliphant sta benissimo, romanzo vincitore del Costa First Novel award, presto diventerà un film. Il libro, tra l’altro, va a inserirsi in un filone emergente: come ha sottolineato il Guardian nelle scorse della settimane (da noi ne ha parlato Repubblica) si comincia infatti a parlare di tendenza “up-lit” (che sta per uplifting, quindi “letteratura edificante”; si parla di romanzi che, chiusa l’ultima pagina, fanno stare meglio). Si passa quindi dal successo del filone thriller (spesso firmati da autrici) legato al bestseller La ragazza del treno a questa nuova tendenza, che vede protagonista, per fare un altro esempio, anche un’autrice come Joanna Cannon, in libreria con A proposito di Elsie (Corbaccio).
Ma chi è la scozzese Gail Honeymann, l’autrice di Eleanor Oliphant? Gail amava scrivere fin dai tempi della scuola. Per lei la scrittura ha rappresentato un sogno, custodito per anni, che è diventato poi progetto, coltivato pian piano… fino al successo in libreria.
Fonte: www.illibraio.it