Novembre 1848. Pochi giorni dopo l’assassinio del suo primo ministro avvenuto nel cuore di Roma, papa Pio IX si ritrova prigioniero nel suo stesso palazzo: l’onda rivoluzionaria che sta sconvolgendo l’Europa sembra poter mettere fine al potere temporale se non addirittura all’istituzione stessa del papato. Così, travestito da semplice parroco, il pontefice scappa da una porta secondaria e parte per l’esilio. Eppure, solamente due anni prima, la sua elezione aveva generato profondo ottimismo in tutta Italia: dopo il pontificato repressivo di Gregorio XVI il popolo guardava al nuovo, giovane e benevolo papa come all’uomo che avrebbe traghettato lo Stato Pontificio verso la modernità, forse persino favorendo la nascita di un’Italia unita. Dal conflitto tra il desiderio di compiacere i sudditi e la paura, alimentata dai cardinali più conservatori, che ascoltarne le suppliche avrebbe provocato il crollo della Chiesa, scaturì invece una spirale di intrighi politici, tradimenti, colpi di scena, che si sarebbe conclusa nel 1870 con l’annessione di Roma al neonato stato italiano. David Kertzer possiede il raro talento di riportare in vita gli eccezionali protagonisti di queste vicende – Napoleone III, Garibaldi, Tocqueville, Metternich – e, unendo una narrazione avvincente e cinematografica all’accuratezza dell’analisi storica, getta nuova luce sul declino del potere religioso in Occidente e sulla nascita della moderna Europa.
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