Da settimane Hitler si sentiva perseguitato dalla sventura: a Berlino una linea difensiva dopo l’altra aveva ceduto ai colpi degli avversari, e nel bunker in cui aveva stabilito il suo quartier generale era perfettamente consapevole che la guerra era ormai perduta. Eppure da lì, dieci metri sottoterra, isolato dal mondo, il Führer continuò fino al momento del suicidio a manovrare le sue armate già battute e a diramare ordini a ufficiali pluridecorati ancora pronti a obbedire, nonostante comprendessero la follia e l’insensatezza di una incombente sciagura. A partire da quella confusa successione di eventi che segnò la fine del Terzo Reich, una fine fitta di contraddizioni, momenti drammatici e destini tragici, Joachim Fest racconta il succedersi degli avvenimenti convulsi di quelle ore, ricostruisce meticolosamente le testimonianze dei protagonisti e apre uno squarcio di vita vissuta sugli ultimi, catastrofici giorni di Hitler e del suo folle impero.
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