La dipendenza da smartphone in un surreale racconto inedito di Andrea Vitali

di Andrea Vitali | 04.12.2016

Ci sono cose che a noi umani non hanno mai detto circa i rischi che si corrono usando il telefono cellulare in modo eccessivo.

D’accordo, ci hanno detto che ne possono patire la vista, l’udito, la cervicale.

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Ma vi hanno mai detto che se mandate messaggi mentre camminate per strada finirete per entrare in un negozio di telefonia dal quale potrete uscire solo dopo aver acquistato l’ennesimo, costosissimo, resistente ad acqua, cognac e rabarbaro Zucca, telefono cellulare? E che, una volta fuori, mentre già state provando la nuova meraviglia, è statisticamente provato che poggerete il piede (il sinistro, sempre secondo le statistiche), su una catta di cane fresca fresca?

Vi hanno mai detto che se comunicate la vostra posizione sul cellulare rischiate una denuncia per atti osceni e oltraggio al pudore, fatta eccezione per quella canonica, detta «del missionario»?

Vi hanno mai detto che l’uso del cellulare per più di tre ore al giorno toglie il medico di torno?

O di turno?

Che comunque sia sarete spacciati, non avrete nessuno ad assistervi?

Hanno mai detto ai vostri figli che andare in giro col cellulare non sempre è gratificante ove si tratti di quello della Polizia Penitenziaria?

E vi hanno detto che regalare un cellulare per Natale vi pone nella stessa categoria QI di coloro che anni orsono regalavano bottiglie di Chivas Regal?

Ancora, vi hanno mai detto che se chattate durante un rapporto sessuale fedifrago nove volte su dieci comparirà all’improvviso il coniuge tradito, pugile in attività, categoria medio-massimi, se uomo, manager aziendale con avvocato già a latere se donna?

E infine, vi hanno mai detto che il cellulare era già noto agli antichi, che anche Odisseo ne possedeva uno e lo buttò in mare dopo l’ennesima telefonata di Penelope: «Ti decidi o no a tornare a casa!»?

L’AUTORE – Andrea Vitali, nato a Bellano nel 1956, è medico di professione, ma coltiva da sempre la passione per la scrittura. Il suo primo romanzo, Il procuratore, viene pubblicato nel 1989 e si aggiudica l’anno successivo il premio Montblanc; mentre nel 1996 vince il premio letterario Piero Chiara con L’ombra di Marinetti. Nel 2003 Vitali approda alla Garzanti con Una finestra vistalago, che vince il premio Grinzane Cavour 2004 (sezione narrativa) e il premio Bruno Gioffrè. Ne gli anni successivi continua a riscuotere ampio consenso di pubblico e di critica con vari costantemente presenti nelle classifiche dei libri più venduti, ottenendo i maggiori premi letterari italiani – tra cui il premio Bancarella nel 2006  con La figlia del podestà, il premio Ernest Hemingway nel 2008 con La modista, il premio Procida Isola di Arturo Elsa Morante e, nel 2009, il premio Campiello sezione giuria dei letterati, nonché la posizione di finalista al premio Strega per Almeno il cappello. Nel 2011 pubblica Olive comprese con cui si aggiudica il premio internazionale di letteratura Alda Merini, il premio dei lettori. Nel 2008 gli è stato conferito il premio letterario Boccaccio per l’opera omnia e nel 2015 il premio De Sica. Tra gli ultimi lavori si contano Le mele di KafkaLa verità della suora storta e Viva più che mai.

IL NUOVO ROMANZO – Viva più che mai racconta la storia di Dubbio, all’anagrafe Ernesto Livera, un uomo d’indole indecisa e tentennante, che nella vita ha deciso da fare il lavoro sbagliato. Perché il Dubbio di “mestiere” fa il contrabbandiere e ora campa traghettando stecche di sigarette dalla Svizzera, di notte, con una barchetta a motore. Ma una notte con la prua urta qualcosa: è il cadavere di una donna. Cosa fare? i carabinieri, con il lavoro che fa, non si possono chiamare. Così lo tira a riva e corre a chiamare un suo cliente fidato, il dottor Lonati. Ma quando i due, il mattino seguente, tornano sulla riva per recuperare il corpo, il cadavere non si trova più. Eppure Ernesto l’ha visto bene, anche se adesso gli sorge il… dubbio di esserselo sognato. E il dottor Lonati lo sa che Ernesto soffre di questo tipo di allucinazioni fin da quando era un ragazzino. Forse dovrebbe cercarsi un lavoro più regolare. E magari una fidanzata. Il lago però non mente; nasconde segreti inconfessabili, e quando decide che è il momento di rivelarli, non ci sono dubbi che tengano…

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Fonte: www.illibraio.it