«Se ogni specie di musica dovesse essere condannata a sparire nella conflagrazione universale, noi, anche con pericolo della vita, dovremmo salvare questa sinfonia.»
Michail Bakunin a Richard Wagner
La Nona Sinfonia, un simbolo di libertà e di gioia, è stato il tentativo più grandioso da parte di Beethoven di aiutare l’umanità a trovare la propria strada fuori dall’oscurità e verso la luce, dal caos alla pace. Eppure quell’opera era nata in un’epoca di dure repressioni: i Borboni, gli Asburgo e i Romanov usavano ogni mezzo per soffocare la sete di libertà e il malcontento popolare nato sulla scia della rivoluzione francese e delle guerre napoleoniche. Per colmo di ironia, questo inno alla fratellanza universale venne eseguito per la prima volta a Vienna, la capitale di una nazione che Metternich stava trasformando nel primo moderno stato di polizia. La prima della Nona, il 7 maggio 1824, fu l’evento artistico dell’anno. L’opera resta una delle composizioni più innovative e influenti nella storia della musica – un punto di riferimento e una fonte di ispirazione la cui risonanza dura ancora oggi.
In questo libro Harvey Sachs ci fa capire che Beethoven non era certo l’unico a soffrire per la situazione politica di quegli anni: proprio nel 1824 Lord Byron moriva combattendo per la liberazione della Grecia dall’impero ottomano e Delacroix dipingeva un capolavoro a sostegno della stessa causa; nella Russia degli zar, Puškin cominciava ad abbozzare un dramma antiautoritario come Boris Godunov, mentre Stendhal e Heine scrivevano opere che si facevano beffe del modo di pensare convenzionale. Con una scrittura sempre brillante e ricca di
dettagli rivelatori, Sachs racconta quanto la Nona abbia stupito e disorientato i suoi primi ascoltatori. Ma ben presto, per le successive generazioni di artisti creativi, l’ultima sinfonia di Beethoven diventò un modello da cui trarre ispirazione e il suo autore finì per incarnare il culto romantico del genio. In una lettura anticonvenzionale e provocatoria, il capolavoro della musica occidentale diventa così una lente che permette di comprendere la politica, l’estetica e il clima complessivo di un’epoca. La Nona di Beethoven esplora in maniera magistrale le complessità dell’ultima sinfonia di Beethoven e il modo in cui essa dà spazio al potere dell’individuo celebrando al contempo lo spirito collettivo dell’umanità.