Il palazzo al numero 68 di rua Pelourinho a Bahia visto da fuori sembra molto più piccolo. All’interno una ripida e malconcia scala porta ai vari locali abitati dall’umanità più varia. Un’umanità che nessuno come Amado riesce a raccontare. Di giorno il vociare delle donne si fa più forte mentre lavano, cuciono o si prostituiscono. Nel frattempo, gli uomini sono in fabbrica, o fuori a vendere gli oggetti più disparati o a rubare. Ma fra il tanfo e lo squittio dei topi c’è spazio anche per chi prova a sognare. Ci sono ragazze che leggono romanzi d’amore sperando di trovare qualcuno che le porti via, chi si vede esibirsi sui palchi più importanti del mondo con il proprio violino o chi si immagina trapezista del circo. Eppure, qualcosa accumuna tutti i protagonisti di questo mondo: la povertà, la fame e una nuova forma di schiavitù. Sarà per sfuggire da tutto ciò che gli abitanti del palazzo troveranno una forza sconosciuta che parla di libertà, di lotta di classe e di un futuro migliore, difficile ma forse ancora possibile.
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