Introduzione di Fausto Malcovati
Traduzione di Maria Rosaria Fasanelli
Romanzo sulla fede o sull’ateismo, sulla passione o sull’amore, sulla gioia o sulla sofferenza? Di certo, per struttura e contenuto ideologico, I fratelli Karamazov sono l’opera più rappresentativa di Dostoevskij, sintesi delle sue ricerche e delle sue contraddizioni. Un tema emerge sugli altri: la dialettica tra il bene e il male, lo scontro tra la via della ragione, ribelle e orgogliosa, che proclama la negazione di Dio e della creazione, e la via del cuore e dell’intuizione religiosa. Il soggetto del libro – la storia del violento conflitto tra un padre e i figli che si conclude con un delitto e un errore giudiziario – trae spunto da un fatto reale. Ma nel romanzo il parricidio assurge a simbolo di un male oscuro, che si traduce nella disgregazione della famiglia, nel conflitto generazionale, nel crollo delle vecchie regole della società patriarcale, nel rifiuto della religione dei padri. Come I demoni, anche I fratelli Karamazov sono una feroce requisitoria contro l’uomo che, rinnegato Dio, vaga nello smarrimento e nell’incertezza fino alla definitiva follia.