Pubblicato postumo nel 2004, Suite francese è l’ultimo, incompiuto romanzo di Irène Némirovsky. Scritto a Issy-l’Évêque, in Borgogna, dove si era rifugiata nel 1939 allo scoppio della guerra e dove venne arrestata nel luglio del 1942 per essere deportata ad Auschwitz, è un resoconto impietoso, quasi in presa diretta, dell’occupazione tedesca e della disfatta della Francia. La prima parte di quello che era stato concepito come un poema sinfonico in cinque movimenti, Tempesta di giugno, racconta con una scrittura urgente e concreta il drammatico esodo dalla capitale: la paura dei parigini in fuga, i tanti episodi di egoismo meschino, i rari esempi di virtù e nobiltà. La seconda parte, Dolce, ha al centro la passione, ambigua e tormentata, tra una giovane donna il cui marito è prigioniero al fronte e un ufficiale tedesco. In un magistrale esercizio di contrappunto tra eventi collettivi e destini individuali, Némirovsky disegna un potente affresco novecentesco, il ritratto in chiaroscuro di un’umanità travolta dalla Storia, stretta fra istinti di sopravvivenza e di sopraffazione, fra ordinaria crudeltà e ansia di salvezza.
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