Eccentrico e perfido, aristocratico e curioso di tutto, George Plimpton è stato tra le voci più influenti della letteratura americana contemporanea. A lui si deve l’invenzione dell’intervista come genere letterario, e le sue inchieste restano memorabili per i lettori almeno quanto lo erano per i fortunati ospiti le feste esclusive che dava nel suo appartamento dell’Upper East Side newyorkese. Proprio come «una specie di cocktail party di conoscenti di Truman Capote» Plimpton ha organizzato questo libro, raccogliendo le testimonianze di decine di persone, da Marella Agnelli a Mia Farrow, da Gore Vidal a Kurt Vonnegut, e fondendole in una straordinaria suite di ricordi, racconti, accuse e gossip. Il risultato è una lettura irresistibile che aderisce magicamente alla vita e alla leggenda di Capote, e che merita di figurare accanto alle sue opere.
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