Con la posta elettronica si tende a mentire molto più che parlando. Per scrivere sms si risvegliano i pollici intorpiditi invece di usare i più evoluti indici ma si ottiene una prosa sciatta e approssimativa, che deve aiutarsi con le «faccine». Informazioni che tenevamo a mente sono trasferite su memorie esterne, indebolendo così la nostra. Insomma, i media che ci circondano (la «mediasfera», come la chiama questo libro) modificano perentoriamente non solo le nostre abitudini, ma soprattutto le operazioni della nostra mente.
Presi nella rete esamina «la mente ai tempi del web», cioè descrive una rivoluzione inavvertita ma inarrestabile che ci trasformerà per sempre. Sorgono inedite forme di intelligenza, il testo scritto cambia natura mentre il concetto di «autore» svanisce, il modo di leggere e scrivere si trasforma, come quello di raccontare storie. Intanto, le forme di sapere tradizionale si perdono e tramontano, mentre la mediasfera favorisce persino la nascita di movimenti politici e di nuove forme di partecipazione. Profetico e ostinatamente analitico, Presi nella rete offre criteri per formarsi un’idea non passivamente euforica di questa rivoluzione.
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