Acido ritratto della condizione femminile nel secondo Ottocento, La Desinenza in A fu definita dal Dossi stesso «una bricconeria, fatta da un galantuomo». La trama evanescente, imperniata su un collaudatissimo repertorio di motivi topici – il matrimonio d’interesse, la morte in povertà, la degradazione dell’essere umano – lascia spazio a un’eloquente serie di «ritratti donneschi» che «formano gli atti di una sola tragicommedia, “la Donna”». Il richiamo è a una pittura d’ambiente borghese, narrativa e satirica, che affranca l’autore dai modi del verismo francese e segna il suo progresso lungo una via autonoma al realismo.
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