Giunto a Pietroburgo nel 1739, pochi anni dopo la scomparsa del riformatore Pietro il Grande, Algarotti riferisce, con raffinata misura, su tutti gli aspetti essenziali dell’impero degli zar: dai costumi alla politica estera, dall’organizzazione militare agli scambi commerciali. Perché l’interesse del referto non fosse disgiunto dal gusto del divertissement letterario, l’autore evita lo stile e il taglio della relazione di viaggio e trova nella finzione epistolare l’elegante sprezzatura della conversazione colta, dando a questi Viaggi di Russia il tono di un brillante reportage e facendone uno dei migliori esempi del giornalismo letterario settecentesco.
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