Episodio centrale della «trilogia malese» di Conrad, Un reietto delle isole (1896) analizza, tra le categorie psicologiche coinvolte nell’incontro colonialista-colonizzato, quella primaria della volontà. Combinando i topoi del romanzo popolare esotico-romantico con un’attenta considerazione della dilagante corruzione morale – un amalgama che gli valse il plauso dell’illustre e affermato «collega» H.G. Wells – Conrad presenta l’impresa coloniale britannica come metafora della violazione e dell’abuso. Un’incompatibilità, ben rappresentata dal problematico e passionale rapporto tra Willems e Aissa, che insieme definisce e denuncia gli errori dell’etnocentrismo, le fatali crepe nel programma europeo di dispotismo paternalistico, l’impossibilità di colmare il varco tra le razze e le culture – «l’odio riempiva il mondo, riempiva lo spazio tra loro due».
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