Questa antologia è opera di un traduttore non occasionale, Gabriele Mucchi, pittore, architetto e designer che di Brecht fu amico personale. Si tratta di una scelta «guidata dagli interessi e dalle emozioni del traduttore», come ha scritto Cesare Cases nella prefazione alla prima edizione italiana di questo volume (nel 1986). «Ci sono poesie famose ma ne mancano di altrettanto famose e ce n’è di meno famose e di ignote, spesso per causa di forza maggiore. Ci sono quelle erotiche, che la pruderie dei curatori aveva aspettato quasi trent’anni prima di renderle pubbliche, ma c’è anche la splendida A M., da mettere accanto ai classici della delusione e della nostalgia amorosa».
Oggi, ormai archiviati i furori ideologici del secolo breve, possiamo ammirare la limpidissima vena lirica di uno scrittore universalmente più noto per il suo acceso impegno politico.