«Una delle più belle commedie “leggere” del teatro mondiale»: così scrive Guido Almansi a proposito di L’importanza di essere Fedele. Godibile per levità di stile, la pièce è assai graffiante sul piano della critica morale e sociale. Ma lo spirito sferzante di Wilde accomuna tutte e tre le commedie raccolte in questo volume, capolavori di parodia, ricchi di nonsense e paradossi, nei quali, attraverso la porta del riso, passa subdolamente il più nero scetticismo. La loro carica anarchica e rivoluzionaria, oltre a innovare nel profondo le convenzioni teatrali dell’epoca, si associa a una straordinaria capacità di ritrarre l’Inghilterra vittoriana di fine Ottocento, di denunciarne le ipocrisie e il perbenismo, di smascherare i pilastri su cui si regge: la potenza dei simulacri, il predominio della forma, l’ambiguità della morale, la necessità e ubiquità della menzogna.