Introduzione e note di Giulio Cattaneo
L’immagine dell’Alfieri profeta della «rigenerazione morale» degli italiani e guida delle generazioni future, dell’uomo, poeta e tragediografo di indole passionale e di «animo risoluto, ostinatissimo ed indomito», nasce in massima parte nelle pagine di questa sua Vita. L’autore vi riordina le proprie vicende esistenziali prima e dopo la presa di coscienza della vocazione poetica scandendole in epoche che sottolineano i momenti fondamentali della sua evoluzione intellettuale, letteraria e morale. Più che all’esattezza cronachistica, il racconto mira a delineare una figura ideale di uomo e scrittore che coltiva sentimenti nobili ed eroici. Scritta con stile sapido e avventuroso e con inesauribile estro verbale, ricchissima di «fattarelli», «storiette», ma anche di slanci, inquietudini, furori e sfoghi che anticipano la sensibilità romantica, l’autobiografia di Alfieri resta ancora oggi l’opera di un appassionato cosmopolita, che Leopardi definì «vero scrittore, a differenza di quasi tutti i letterati del suo e del nostro tempo».