Introduzione di Paolo Ruffilli
Prefazione e note di Ugo Dotti
Da questa breve e intensa raccolta di pensieri – estratti dallo Zibaldone, rielaborati in forma nuova dall’autore e pubblicati postumi dall’amico Ranieri nel 1845 – traspare un’inaspettata dichiarazione d’amore e di speranza nei confronti dell’umanità. Quest’opera illuminante porta allo scoperto un Leopardi meno spietato e inesorabile nei confronti dei propri simili – «La mia inclinazione non è stata mai di odiare gli uomini, ma di amarli» –, un Leopardi per il quale la fustigazione dei cattivi costumi prende piuttosto il senso di una battaglia rischiaratrice contro gli errori e la falsità del vivere umano.