Introduzione di Ferruccio Masini
Traduzione di Clara Morena
La mattina del suo trentesimo compleanno, Josef K., funzionario di banca, è tratto in arresto da due strani individui: un processo è stato istruito contro di lui da un misterioso tribunale. Nulla gli viene detto circa la colpa di cui è imputato. Dapprima sicuro di sé, poi via via schiacciato da una macchina processuale incomprensibile e labirintica, Josef K. avverte la sensazione, sempre più angosciante, di non poterle sfuggire: la realtà tutta è un immenso tribunale. Così, all’alba del trentunesimo compleanno, si rassegna ad accettare una condanna che lui stesso, senza sapere perché, ritiene irrevocabile. Scritto tra il 1914 e il 1915, ma pubblicato solo nel 1925, Il processo è uno dei romanzi più suggestivi ed enigmatici della letteratura del Novecento. Josef K. è l’antieroe moderno per eccellenza: emblema della angosciosa condizione dell’uomo oppresso da un potere imperscrutabile e implacabile, vittima inerme di un inganno assurdo, condannato alla solitudine e all’esilio dal mondo della grazia, della verità, della redenzione.
