Introduzione, traduzione e note di Mario Geymonat
Con testo a fronte
Le Bucoliche, composte fra il 42 e il 39 a.C., raccolgono dieci egloghe in esametri, alcune lirico-narrative, altre in forma dialogica. Nei versi prende forma l’idillica visione di una vita semplice e innocente, fatta di umili lavori nei campi, ozi, silenzi, gare di canto all’ombra dei faggi e delle querce. I pastori di Virgilio non hanno nulla di rozzo: sono idealizzati, quasi fossero poeti che attraverso il contatto con la natura cercano di stemperare il contrasto insanabile con la violenza della storia. Virgilio innova profondamente il modello dell’idillio agreste e pastorale di Teocrito introducendo realisticamente nel mondo sognante e mitologico della poesia bucolica la sua personale esperienza della campagna padana e i drammi della confisca dei beni nel mantovano all’epoca delle guerre civili.