Introduzione di Nemi D’Agostino
Prefazione, traduzione e note di Andrea Cozza
Valentino e Proteo sono uniti da fraterna amicizia ma divisi dalla passione per la stessa donna, Silvia, la figlia del duca di Milano. Valentino è un vero gentiluomo, Proteo invece è indegno di quel nome: impulsivo e incostante, infrange ogni codice d’onore tanto quanto il primo vi aderisce con ingenuo fervore, e per conquistare l’amata non esita a tradire l’antico patto di lealtà con l’amico-rivale e a rinnegare le promesse di fedeltà fatte a un’altra donna, Giulia, cui è da tempo legato.
Intrecciando i destini delle due coppie di amanti, ne I due gentiluomini di Verona (1594 ca) uno Shakespeare ancora in fase di apprendistato artistico ma già consapevole dei propri mezzi espressivi anticipa le soluzioni drammaturgiche che saranno tipiche delle più tarde commedie romantiche coniugando grazia, fantasia e inventiva con un’acuta riflessione sulla complessità e ambiguità dell’agire umano.