Duca, mago, scienziato: è Prospero il demiurgo della Tempesta, ultimo capolavoro del poeta, forse il più personale dei drammi di Shakespeare. Spodestato dal ducato di Milano, dopo aver vissuto dodici anni in un’isola deserta con la figlia Miranda, con il selvaggio Caliban e lo spirito Ariel, usa i suoi poteri magici per scatenare una tempesta, far espiare al re di Napoli e al fratello Antonio le loro colpe e riacquistare il ducato perduto, non prima di aver propiziato il matrimonio della figlia con Ferdinando, figlio del re di Napoli. La tempesta è una favola pervasa da una visione rassegnata e insieme serena della vita. Sulla magica isola, fantasia e realtà si compongono in un mondo dove il dolore e la violenza sono presenti ma esorcizzati da grazia e saggezza, dove una natura animata da occulte presenze svia e ricongiunge i destini dei protagonisti sotto l’abile e benevola regia del vecchio duca. Alla fine Prospero rinuncerà alla magia per essere solo un uomo preparato a morire, cui il distacco dalle passioni e la perdita delle illusioni permettono «di comprendere molto e di accettare il resto».
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